«Annuncio, Missione e Sinodalità». La seconda parte della Proposta pastorale dell’Arcivescovo si intitola così, proprio a sottolineare l’importanza di questi percorsi per la nostra Diocesi, nel contesto più generale dei cammini che sta compiendo la Chiesa universale. Di cui si possono identificare alcune tappe rilevanti, come spiega Susanna Poggioni, ausiliaria diocesana e segretaria della Consulta Chiesa dalle Genti: «Anzitutto occorre considerare tutto il lavoro di promozione della pastorale d’insieme e di realizzazione delle Comunità pastorali, che risale ormai a quasi 20 anni fa. Nel frattempo, come Chiesa, abbiamo vissuto il Sinodo minore Chiesa dalle Genti, voluto da monsignor Delpini e da cui è nata l’esperienza delle Assemblee sinodali decanali che, di fatto, seguendo il cammino sinodale delle Chiese in Italia, costituiscono un’esperienza analoga a quella suggerita con i Cantieri di Betania».
Una forte accelerata è venuta appunto con le Asd e, prima, con i Gruppi Barnaba…
Possiamo dire che, in questo ultimo anno e mezzo, siano state recepite una serie di riflessioni e indicazioni in ordine a uno stile sempre più sinodale nella Chiesa. Così siamo arrivati alla costituzione di qualcosa di molto importante come sono le Assemblee sinodali decanali, intuendo la necessità di riguardare globalmente al volto della nostra Chiesa e di rilanciare una missione in cui tutti fossero coinvolti: per questo, come indica l’Arcivescovo nella Proposta, è stato individuato appunto il Decanato come spazio nel quale vivere alcune dimensioni missionarie che la parrocchia da sola non riesce a sostenere e, in ogni caso, trovando un ambito più adeguato. Non a caso, il Direttorio per i Consigli di Comunità pastorale e parrocchiali porta il titolo Per dare un nuovo volto alla Chiesa in missione.
L’Arcivescovo scrive: «Chiesa dalle genti significa che deve prendere forma una Chiesa rinnovata». Secondo lei, questa visione ecclesiale è recepita a livello di base?
Direi che si tratta di un cammino avviato che dovrà a poco a poco coinvolgere la base ecclesiale. I “numeri” offrono già un’idea abbastanza chiara di ciò che si sta attuando e che sta crescendo nei nostri territori. Sono 61 i Decanati con Asd o Gruppi Barnaba, 56 le Asd costituite (89%) avendo un 40% di presenze femminili e il 70% di componenti tra i 30 e i 65 anni. Sono solo 2 i Decanati silenti, mentre 5 i Gruppi Barnaba ancora attivi o in trasformazione. Credo che, tuttavia, l’attenzione si debba focalizzare su come e cosa, del lavoro avviato con le Asd, possa interpellarci come Chiesa locale.
Quale è la domanda cruciale da porsi per rendere proficuo e “generativo” questo metodo sinodale?
Penso che dobbiamo tutti interrogarci come, da un lato, la nostra azione sia davvero missionaria, ossia vada ad annunciare il Vangelo e, dall’altro, in che modo essa trasformi il soggetto ecclesiale stesso attraverso gli input rilevanti e positivi che può dare in tale senso. Questo è l’aspetto che già la “Nota pastorale per l’avvio del cammino delle Assemblee sinodali decanali” metteva in luce, sollecitando le Assemblee stesse a vivere una dimensione missionaria totale, che porti le comunità cristiane a rivedere anche i pilastri della propria vita ecclesiale: il modo di celebrare, di annunciare il Vangelo, il modo di stesso di essere comunità. Infatti, questo è l’aspetto su cui insisteremo il prossimo anno pastorale, come è stato sottolineato durante la recente presentazione ai Decani dei cammini delle Assemblee sinodali decanali per il 2024-2025.