Fare in modo che le parrocchie di una stessa zona siano unite nel dialogo e nel servizio alla comunità, così da «aiutarle sempre più a non sorvolare i loro territori, ma a immergersi». Non isole, ma autentici luoghi di convivialità attraverso gli oratori estivi. Ne è convinta Veronica d’Ortenzio, educatrice professionale per il progetto «Parrocchie e Periferia» (leggi qui) della Fom a Limbiate (MB).
«L’oratorio estivo non vuole essere una parentesi rispetto a quello che si è fatto nell’anno pastorale, ma rientra in ciò che stiamo cercando di suscitare in questa comunità: collaborare sempre più insieme e aprirsi al territorio», spiega d’Ortenzio, sottolineando come le parrocchie «siano portatrici di un punto di vista fondamentale e per esserlo devono mettersi in ascolto anche delle istituzioni civiche e il volontariato del terzo settore». Una collaborazione che nel Comune lombardo ha permesso di creare una squadra che unisce ben cinque parrocchie: in quattro di queste viene proposto l’oratorio estivo, mentre la quinta sarà «a disposizione della cittadinanza e di altre parrocchie nell’ottica di una futura Comunità pastorale».
Secondo d’Ortenzio, questa decisione ha avuto esiti positivi grazie alla lungimiranza dei sacerdoti di Limbiate, che cinque anni prima, assieme alla Fom, iniziarono a pensare un percorso di pastorale giovanile cittadina. Da qui l’arrivo di un educatore di rete allo scopo di proporne una «sempre più in rete con le parrocchie e il territorio».
Un’attenzione particolare viene rivolta agli adolescenti dai 14 ai 17 anni, cercando di coinvolgerli come animatori e non solo. «Ci siamo resi conto che durante l’estate le parrocchie agli adolescenti propongono solo di essere animatori. È un servizio che non può valere per tutti, ma che soprattutto si richiede loro di svolgere con i bambini più piccoli – racconta Veronica -. Si è quindi pensato di dividere gli animatori di Limbiate in quattro gruppi trasversali ai quattro oratori estivi e di provare a trasformare l’oratorio di Pinzano (frazione di Limbiate, ndr) in un luogo in cui aiutare gli adolescenti a riflettere sul tema delle scelte, grazie ad attività e a testimonianze di persone che hanno fatto o dovuto subire scelte forti».
Tra le testimonianze, una si riferisce al progetto della liuteria nel carcere di Opera, dove alcuni detenuti, regolarmente assunti, trasformano il legno dei barconi arenati a Lampedusa in strumenti musicali. Inoltre per i 18enni è stato programmato un viaggio a Bologna, per visitare la città e per pranzare assieme ai poveri accolti all’Antoniano.
Quindi oratori estivi creati unendo le forze delle parrocchie e sperimentando diversi linguaggi, così da coinvolgere quanti più giovani possibili. Inoltre, grazie al progetto «Parrocchie e Periferia» e alla presenza dell’educatore di rete, ci si è potuti dedicare anche agli adulti, aiutandoli in varie attività: coordinamento cittadino tra le Caritas, Consigli degli oratori, commissione per la preparazione dell’elezione del Consiglio pastorale cittadino e formazione catechisti.
Per d’Ortenzio, «la vera sfida per le comunità cristiane è vedere nella decisione di diventare Comunità pastorali non una scelta, ma un dono. Non un obbligo, ma una sfida». Solo così le parrocchie, indipendentemente dal numero dei sacerdoti, potranno restare pilastri saldi e attivi.