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Percorsi ecclesiali

La Visita pastorale 2023-2024

Sirio 15 - 21 luglio 2024
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Intervista

Carnago, la profezia prevale sulla conservazione

«Dopo la pandemia lo sguardo è più unitario e meno diviso», osserva don Paolo Corsi, decano del territorio in cui è in corso la visita pastorale. Tra le sfide da affrontare, coinvolgere i giovani, valorizzare le donne e creare una rete tra le famiglie

di Cristina CONTI

18 Giugno 2024
Un altare mariano allestito in fabbrica per la preghiera del Rosario

Fino al 23 giugno è in corso la visita pastorale dell’Arcivescovo al Decanato di Carnago (Va), nella Zona II. «Siamo in tutto undici parrocchie, dislocate in sette Comuni, con una unità pastorale – spiega don Paolo Corsi, parroco di Solbiate Arno e decano -. Tre parrocchie fanno riferimento a un parroco, altre tre a un altro. E poi abbiamo due parrocchie singole. In totale ci sono cinque parroci, dieci preti e un diacono permanente. Abbiamo inoltre due comunità di suore e una consacrata. La prima piccola comunità si occupa della scuola materna, mentre l’altra è quella delle Suore portoghesi di Santa Maria e insieme a un prete segue la pastorale giovanile decanale».

La crisi economica si è sentita molto da voi?
Direi di no. Fortunatamente nel nostro Decanato c’è ancora tanto lavoro. Qualche piccola impresa ha chiuso, ma in generale le ditte lavorano e funzionano bene.

Dopo il Covid le attività parrocchiali sono riprese? La partecipazione alle celebrazioni è tornata quella di prima?
Direi che i numeri sono in linea con la situazione generale della diocesi. Le attività sono riprese. Certo, oggi abbiamo uno sguardo più profetico che conservativo. Molte attività preferiamo svolgerle a livello decanale, piuttosto che nelle singole parrocchie: ne sono un esempio i corsi in preparazione al matrimonio, la pastorale giovanile per i ragazzi dopo la Cresima, i gruppi missionari, la Caritas. Abbiamo ripreso a fare tante cose, ma con uno sguardo più unitario e meno diviso. Nelle singole parrocchie c’è comunque una buona partecipazione.

L’immigrazione è molto presente sul vostro territorio? Quali sono le comunità più numerose?
C’è una situazione a macchia di leopardo. Ci sono famiglie islamiche (soprattutto marocchine e tunisine) o sudamericane. I meno presenti sono i cinesi: solo quattro o cinque nella mia parrocchia. Molte le badanti provenienti dall’Est europeo: sono persone che perlopiù stanno per conto loro. I bambini di origine straniera sono comunque presenti all’oratorio estivo. Uno dei lavori che ci aspettano per il futuro è certamente quello di favorire l’integrazione. Anche perché proprio appena fuori dal Decanato c’è una moschea.

Giovani: a che punto siamo?
Purtroppo a questo proposito facciamo fatica. Non abbiamo sul territorio decanale una scuola superiore. Finite le medie i ragazzi devono andare a Gallarate, Varese, Busto o Tradate. E poi per frequentare l’università verso Milano o Varese. Tutto ciò causa dispersione. I ragazzi hanno una forte disponibilità a vivere bene la dimensione cristiana e dell’oratorio. Molti sono impegnati anche in altre esperienze educative e formative. Si fatica a coinvolgerli e talvolta la partecipazione è un po’ più bassa della media diocesana.

Quali le attese della visita pastorale? E quali le sfide?
Innanzitutto ci permette di riflettere sul cammino che stiamo facendo e di vedere i passi compiuti in questi anni. La vera sfida è quella di avere maggiore consapevolezza del lavoro che facciamo. Non dobbiamo solo lamentarci, ma saper cogliere i germi di vita buona all’interno del Decanato. Tra le domande emerse durante l’incontro tra l’Arcivescovo e il Consiglio pastorale, quella che più ha fatto riflettere è il ruolo della donna. A questo proposito monsignor Delpini ha sottolineato come non occorre inventare nulla per dare spazio e giusta partecipazione alle donne, basta mettere in pratica quello che c’è già: per esempio, valorizzare le catechiste, una presenza molto importante. Tra le iniziative particolarmente utili alla società odierna, invece, ci sembra indispensabile un aiuto alla prima genitorialità. Bisogna partire dai nuclei familiari per ricostituire il tessuto della nostra zona. Oggi infatti le famiglie hanno molte sfide da affrontare, l’importante è creare una rete tra loro e con loro

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La Visita pastorale a Carnago

Il Decanato della Zona II è il quinto visitato dall'Arcivescovo nel 2024. Dal 4 al 23 giugno Messe in tutte le parrocchie, incontri con i chierichetti, i nonni e i Consigli pastorali, le realtà sociali ed ecclesiali