Da Il Segno di giugno
Trentamila abitanti e 11 parrocchie: fino al 23 giugno nel Decanato di Carnago è in corso la visita pastorale dell’arcivescovo Delpini.
Siamo tra Gallarate e Varese e – nel piccolo, ma industrioso Decanato – si usa dire che sia più facile organizzare la recita del Rosario in fabbrica piuttosto che in chiesa.
Oltre alle tante testimonianze storiche, come i monasteri di Torba e Cairate e il parco archeologico di Castelseprio, gli stabilimenti sulla “Milano-Laghi” parlano di un territorio produttivo, in cui i tempi di vita si accompagnano a quelli del lavoro. La Chiesa, in questi centri che contano al massimo qualche migliaio di abitanti, è “naturalmente” vicina.
Ne parla il decano don Paolo Croci, che sottolinea quanto l’impegno pastorale non sia tanto quello di moltiplicare le proposte, ma di renderle sempre più accessibili. Ripensare alle molte attività in modo unitario sembra essere la parola d’ordine e un ulteriore passo in questa direzione è stato rielaborare gli incontri di preparazione al matrimonio. Sono state soprattutto le coppie-guida a voler rinnovare il percorso, con un cambio di approccio che tenesse conto di come sono cambiate le coppie negli ultimi anni. Sottolinea don Paolo: «Dobbiamo imparare a utilizzare un linguaggio che sappia andare incontro alle generazioni più giovani, per poi aiutare le coppie a superare un immaginario a volte sbagliato con cui si considerano alcuni aspetti del matrimonio».
Ci sono poi in vista alcune idee pratiche, come quella di proporre ai futuri sposi un incontro anche dopo il matrimonio. In questa direzione si muove anche la Pastorale familiare, proponendo a livello decanale incontri di formazione.
A Solbiate Arno, da alcuni anni, il Rosario lo si recita anche nelle aziende: si tratta di un’iniziativa naturale e partecipata, destinata a tutti. Ma le aziende non sono il solo luogo feriale dove si vive qualche minuto di preghiera. Don Andrea Budelli, che segue la Pastorale giovanile, in Avvento è entrato in classe con gli alunni della scuola media di Carnago: prima della campanella c’era il tempo per la Preghiera dello sportivo e per il Padre Nostro. Per i più piccoli il “don” è una figura familiare e l’oratorio è ancora un luogo frequentato: la fatica si sente nella difficoltà a trovare chi, tra i più grandi, sia disponibile ad accompagnare i ragazzi nel percorso di fede. Così, prima alcuni oratori e poi tutto il Decanato, hanno avviato una collaborazione con la Fom, grazie al progetto “Orizzonte oratorio”: un educatore professionale affianca gli animatori sul territorio sia per gli aspetti pedagogici, sia nel preparare gli itinerari di catechismo.