Sembra di essere in un angolo di Sudamerica, invece siamo alla foce del Tevere. Lì, il quarantenne Julio Cesar (un grande Edoardo Pesce) vive ancora con la mamma colombiana (Margarita Rosa de Francisco Baquero), racimolando i pochi soldi guadagnati con lo spaccio. Tra i due esiste un rapporto più che simbiotico, quasi malato, connotato anche di divertimenti tra salsa e merengue, nonché di gite sulla barca in mare aperto.
Un equilibrio complicato, che viene successivamente sconvolto dall’arrivo della spacciatrice Ines (Maria Del Rosario), che innescherà un irrefrenabile desiderio da parte di Julio e una forte gelosia della madre.
Un film, “El Paraiso”, potremmo dire, catartico, fortemente voluto dal regista Enrico Maria Artale e presentato alla scorsa Mostra del cinema di Venezia nella sezione Orizzonti (vincitore per la miglior sceneggiatura e miglior interpretazione femminile per l’attrice latino-americana), che mette in scena quel rapporto archetipico tra madre e figlio che coinvolge tutti. Un legame d’amore, basato sul sangue, ma volutamente sopra le righe e ambiguo. Se da una parte ne elogia il sentimento positivo e sincero, dall’altra mette in luce quelle ombre che lo rendono opprimente e deleterio.
Sta in questa capacità di introspezione il valore della regia intima di Artale. Attraverso questa storia e le sfumate performance dei suoi attori porta sullo schermo quella complessità dei rapporti che spesso nascono e muoiono all’interno delle nostre famiglie. La mamma resta, dopotutto, la mamma, anche quando non si comporta come tale e non è d’esempio.
Il legame tra madre e figlio, ci racconta il giovane regista, alla fine non potrà mai venire meno, anche quando può essere messo in crisi o quando sembra che ciò che si perde sia più di quel che si guadagna in termini di affetto.
La musica qui non solo diventa colonna sonora, ma accompagna la vita dei protagonisti come quella degli spettatori in un viaggio interiore che conduce verso terre lontane e, magari, inesplorate.
“El Paraiso” ha vinto, tra l’altro, il premio Arca-Cinema Giovani. Da vedere.