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Sirio 15 - 21 luglio 2024
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Oreno

La casa comune? Si costruisce (anche) in musica

Nella Ac-Fest dedicata all’ecologia il gruppo NoteConLode ha proposto una originale riflessione ispirata all’Enciclica «Laudato si’»

di Silvio MENGOTTO

3 Giugno 2024

«Incamminati per un’altra strada e un’altra rotta, noi scopriremo un nuovo cielo chiaro sopra noi. Dobbiamo avere un cuore nuovo e nuovi occhi per guardare, per convertirci a questa terra, terra madre Laudato sì, sì Signore». Con queste parole inizia il recital ispirato all’enciclica Laudato si’ di papa Francesco, scritto da Maurizio Guarnaschelli ed eseguito dal gruppo musicale NoteConLode alla Ac-Fest a Oreno del 24 maggio scorso.

Una straordinaria rappresentazione seguita da un nutritissimo pubblico sempre più coinvolto e stupito. Scopo del recital è avvicinare la lettura dell’Enciclica attraverso l’emozione del canto, suoni e immagini. L’ultima versione, frutto di continui aggiornamenti, si adatta a chi vuole scoprire per la prima volta il testo pastorale “rivoluzionario” sull’ecologia integrale. Brevi letture dell’Enciclica si alternano a brani musicali ispirati dai capitoli del testo preceduti da una introduzione: Madre Terra, Dall’acqua siamo nati, Ci hai affidato, Guarda vedi ascolta, La casa comune, La casa di tutti, Contemplare in umiltà e Per capire e per amare. Le canzoni sono accompagnate da immagini, fotografie e acquerelli proiettate sullo schermo del palcoscenico.

L’Enciclica dice che l’economia malata ha ammalato la terra. Una povertà globale che ha prodotto nuovi poveri e nuove povertà. Con la presenza del conduttore il recital inizia una svolta narrativa inserendo brani coerenti con il documento: le foto di Salgado, il dramma dei Rohingia, brani di Erri De Luca, dom Helder Camara, il dialogo tra Cielo e Terra.

Dopo la lunga pausa causata dalla crisi pandemica, il recital si è arricchito di nuovi spunti: papa Francesco solo nella piazza di San Pietro, Greta Thunberg e i giovani che chiedono futuro per loro e per la terra, l’Amazzonia, il nuovo tema della Fast-Fashion e il deserto di Atacama, dove le impietose immagini parlano delle conseguenze del «falso progresso» già denunciato da Pasolini in Italia.

«Dovremmo ascoltare – dice papa Francesco – di più i popoli indigeni e imparare dal loro stile di vita per capire bene che non possiamo continuare a divorare avidamente le risorse naturali. La terra ci è stata affidata perché sia per noi una madre, capace di dare ciò che è necessario a ciascuno di noi per vivere». In questo invito si colloca la testimonianza di Yanomami, capo di una tribù indigena nell’Amazzonia introdotta nel recital:«“Le parole dell’ecologia sono le nostre antiche parole. I bianchi, che ignoravano queste cose, oggi iniziano a capire. Solo chi pensa di non avere legami può distruggere tutto. Lo spirito della foresta è la cura».

Una saggezza rilanciata nella mostra di acquerelli Sai che gli alberi parlano? esposti dalla Cooperativa in Dialogo cultura e comunicazione, che riprendono aspetti della saggezza dei pellerossa, come l’armonia, il rispetto della natura e del creato. L’esposizione è stata apprezzata dal numeroso pubblico.

Per informazioni sul recital Costruire la casa comune: angelaemaurizio@libero.it

Per informazioni sulla mostra di acquerelli Sai che gli alberi parlano?: silviogriot@hotmal.com