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Testimonianze

Giovani, un’estate per seminare speranza

Sabato 15 giugno a Monza quanti stanno per partire per esperienze di missione, fraternità, servizio e pellegrinaggio riceveranno il mandato della Diocesi. Uno dei partecipanti: «Nella valigia vorrei mettere tutto me stesso»

di Letizia GUALDONI

5 Giugno 2024

Tra poco inizieranno i mesi estivi, che per i giovani rappresentano il tempo delle prove di maturità o degli esami universitari, del lavoro prima delle ferie e che coincidono per molti con il momento delle vacanze, del divertimento e del relax. Ma è anche un periodo dell’anno privilegiato da vivere con intensità, attraverso esperienze forti che possano far scoprire un senso più autentico della vita.

L’invito a riconoscersi “seminatori di speranza”, nell’incontro di sabato 15 giugno, dalle ore 17, a Monza, dove riceveranno il mandato missionario, è rivolto ai giovani ambrosiani che, con diverse realtà, vivranno (in questo anno “di mezzo” tra l’evento di Chiesa che ha fatto confluire la maggior parte dei giovani la scorsa estate a Lisbona e l’appuntamento dell’anno prossimo per i giovani a Roma per il Giubileo) esperienze di missione, di fraternità, di servizio caritativo o sportivo e di pellegrinaggio in Italia e all’estero. (leggi qui).

Stefano Zanardi con i giovani peruviani alla Gmg

In Perù

Proprio per l’occasione della Giornata mondiale della gioventù, dieci giovani peruviani erano stati accolti lo scorso anno dalla nostra Diocesi e in particolare dalle comunità di Paderno Dugnano e Varedo: tra i giovani era nato un legame di amicizia con la promessa di rivedersi presto, magari in Perù! Così, ad agosto, 25 giovani di Paderno Dugnano e Varedo vivranno un viaggio missionario a Pucallpa, nella foresta amazzonica, per riabbracciare questi fratelli dall’altra parte dell’Oceano.

Come ci racconta Stefano Zanardi, 18 anni, impaziente di partire per mettere in pratica quanto ha appreso in oratorio, dove si sta formando come persona: «Scoprendo innumerevoli aspetti del volontariato e della vita di un cristiano ho imparato in particolare il senso del servizio, un sentimento che ti spinge a donare ininterrottamente per cercare di lasciare una piccola traccia nel cuore di chi incontri». Un viaggio missionario era quello che sognava di fare già da piccolo leggendo il libro Bianco come Dio di Nicolò Govoni, un ragazzo che è partito perché sentiva un vuoto nella sua vita, un vuoto che è stato colmato dal suo donarsi e dal ricevere molto di più rispetto a quello che donava.

Ora Stefano è pronto a mettersi in gioco in prima persona: «Staremo con i bambini, organizzando una specie di oratorio feriale, e andremo negli orfanotrofi per portare loro gioia e speranza». «Saranno 11 giorni “pieni di vita”, come il tema di quest’anno oratoriano, e pieni di gioia – aggiunge -. Quante domande senza risposta, quante incognite, ma una consapevolezza: sicuramente sarà un viaggio che mi cambierà la vita, ricordandoci, però, che missionari lo si è per tutta la vita e in ogni luogo».

Anna Guarnieri durante la sua esperienza in Bosnia

In Kenya

Anna Guarnieri, 26enne di Monza, ha scelto di ripetere un’esperienza di volontariato durante l’estate, a contatto con realtà “non turistiche”, a favore di chi vive condizioni più svantaggiate: «Per fare il mio pezzettino ho scelto di partire con i Cantieri della Solidarietà di Caritas Ambrosiana e andrò in Africa, in Kenya, a Mombasa». «Le precedenti esperienze di volontariato in Bosnia e Croazia – spiega – mi hanno aiutata a vedere le persone, che in qualche modo differiscono da me, senza paura, compassione e stereotipi. Andare nei luoghi e tra le persone di cui si sente tanto parlare o di cui non si dice abbastanza, diventare gli stranieri, dare un volto a nomi e storie, stare insieme, mi ha sicuramente aiutata a non tirarmi indietro dinanzi alle differenze e alle complessità, avvicinandomi con maggiore fiducia».

Per Anna la speranza sono gli intrecci che si possono creare con gli altri: «Lo scambio di vissuti, pensieri, tempo e affetto che avviene quando si incontrano persone per le quali si ha il desiderio di ascoltare e dedicare, soprattutto in realtà di volontariato e di cura dell’altro. Questo scambio credo che faccia acquisire valore alla vita».

Emanuele Brambilla

In Ciad

In Africa, in Ciad, vicino al Camerun, andrà anche Emanuele Brambilla, 24 anni, di Ronco Briantino, per un’esperienza che si colloca al centro del cammino Giovani e Missione proposto dal Pime: «Nella valigia, oltre a creme solari, antizanzare, medicine, magliette e pennarelli da regalare ai bambini, vorrei mettere me stesso, per permettere di lasciarmi incontrare e di saper incontrare le persone e poter così vedere la bellezza dell’amore».

Emanuele spera che l’esperienza in missione non sia solo un momento fine a se stesso ma sia una parte importante del cammino: «Lo scopo di questa esperienza non deve essere quello di fare, ma di stare e di condividere la quotidianità nella realtà dove andremo. Nell’esperienza di missione in Ciad, questa estate, vorrei essere terreno fertile, per essere aperto ad accogliere l’incontro con l’altro, sia i giovani con cui parto, sia chi vive in una parte di mondo totalmente diversa da dove vivo».

Federico Cavana in Camerun

In Camerun

Come lui anche Federico Cavana, 26 anni, di Arcisate, tornerà in Camerun con il progetto CSI per il mondo, come volontario sportivo, creando giochi legati allo sport con le comunità locali delle varie periferie, fornendo materiale sportivo e avvicinando a tematiche quali inclusione, unione, e a quei valori che in uno sport sono fondamentali per crescere, come persona e come squadra. Così racconta: «La prima volta che sono partito con Csi per il mondo avevo appena compiuto 18 anni. Una volta tornato non ero più la stessa persona, ero riuscito a buttarmi dietro tutte le paure ed insicurezze che avevo prima di partire, aveva lasciato un segno indelebile nel mio cuore».

Molti pensano che fare volontariato sia una sorta di azione per sentirsi a posto con se stessi, appagati, soddisfatti di aver fatto qualcosa di buono e di cui andare fieri, ma è molto più di questo e lo testimonia Federico: «La cosa importante è provare a immergerti per una volta in un mondo a cui non avevi mai pensato se non guardandolo attraverso un telefono o da una televisione; per una volta, si ha la possibilità di comprendere come si può vivere in altri modi oltre a quello a cui siamo abituati. Per me volontariato è consapevolezza». Anche se non tutto sarà come era stato immaginato: «La prima cosa che si impara è affidarsi, perché le cose non andranno come vuoi, anzi tutto il contrario, dovrai imparare ad adattarti, ad uscire dagli schemi mentali con cui hai sempre vissuto… ti farai una doccia solo con un secchio d’acqua, giocherai nel fango in ciabatte, dormirai senza ventilatore o aria condizionata, su delle brandine, pranzerai con il pescato della giornata, imparerai a comunicare a gesti o ti impegnerai a parlare la loro lingua, il telefono non lo toccherai per tutto il giorno e vedrai la differenza nella tua anima. La cosa sconcertante è la serenità di quei ragazzi che, pur non avendo niente, vivono una vita piena di felicità e serenità, perché quella è la loro situazione, e invece che perdersi in lamentele, trovano il modo di affrontarla a pieno».

Gaia Scaccabarozzi

In Puglia

Sarà un pellegrinaggio quello invece a cui parteciperà, con altri gruppi della diocesi di Milano, Gaia Scaccabarozzi, 25 anni, di Besana in Brianza, sulle orme di don Tonino Bello in Puglia, con il desiderio di rivivere l’esperienza già vissuta durante il cammino di Santiago, andando al cuore di ciò che è davvero essenziale, vivendo la generosità dell’accoglienza e l’arricchimento che viene dalla condivisione degli stessi valori con altri giovani. «Una testimonianza – sottolinea Gaia – che noi giovani possiamo dare alle persone che ci incontreranno e ai nostri coetanei: alzarsi e camminare per inseguire il desiderio di una vita bella, una vita piena, è possibile. Avremo la possibilità di approfondire la storia di questo vescovo pugliese, e riscoprire come piccoli gesti possano essere segni di pace in un mondo governato da logiche diverse (come quella del potere). E questo sarà per noi un grande messaggio di speranza!».

I numeri

Come Stefano, Anna, Emanuele, Federico e Gaia, saranno molti i giovani “seminatori di speranza” che durante l’estate vivranno esperienze missionarie, di servizio e pellegrinaggio.

Per la 27esima edizione dei Cantieri della solidarietà di Caritas Ambrosiana, circa 60 giovani partiranno suddivisi in 12 destinazioni: 5 in Italia (in e fuori Diocesi: Milano Casa Suraya, Comunità Pachamama, Genova, Lecco, Liguria) e 7 all’estero (Bosnia, Filippine, Indonesia, Kenya Mombasa, Moldova, Nicaragua, Perù).

Saranno in 40 per Giovani e missione del Pime, destinati alle missioni di Bangladesh, India, Messico, Hong Kong, Guinea Bissau, Brasile, Camerun, Costa d’Avorio, Ciad.

Con il progetto di Csi per il mondo nell’estate 2024 circa 20 volontari svolgeranno il loro servizio tra Camerun e Perù, due dei Paesi che ospitano le missioni più estese e attive, oltre a Madagascar, Bangladesh, Zambia, Repubblica Democratica del Congo, Cile, Haiti.

90 giovani di gruppi diversi della diocesi di Milano, accompagnati dai loro sacerdoti, educatori, consacrati/e, si metteranno in cammino con il pellegrinaggio sulle orme di don Tonino Bello.