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Perché un Bilancio di missione

Obiettivi e struttura del documento

21 Maggio 2023

Il Bilancio di missione è ormai da tempo riconosciuto come uno strumento di crescita interna e di trasparenza esterna per le organizzazioni di qualunque tipo, attive nell’ambito economico, sociale, culturale…Si tratta di un documento che non solo permette alle organizzazioni di rinforzare la propria accountability (che potremmo tradurre come “l’attitudine a dare conto”) ma diventa uno strumento strategico per promuovere la comunicazione – anche al proprio interno – del livello di coerenza e di effettivo conseguimento della mission, differenziandosi in questo da un semplice bilancio economico o da un bilancio sociale.

Con questi obiettivi, l’Arcidiocesi di Milano ha deciso di elaborare e pubblicare la prima edizione del proprio Bilancio di missione, pur consapevole delle specificità che ne fanno un soggetto per molti aspetti radicalmente differente da un’impresa, un ente della pubblica amministrazione, un’istituzione culturale o un’associazione non profit. Non a caso, sono ancora pochi – in Italia e nel mondo – i precedenti di documenti simili elaborati da Diocesi o comunque da organizzazioni religiose.

Obiettivo prioritario di questo documento è anzitutto quello di rappresentare la complessa e multiforme realtà di una delle Diocesi più grandi del mondo, riconducendo sempre le dimensioni descritte (organizzazione, attività, enti, risorse economiche, ecc.) alla propria missione peculiare, l’annuncio del Vangelo di Gesù Cristo agli uomini e alle donne di oggi.

Tenendo conto della complessità di una sfida in cui si tratta in qualche modo di “aprire una strada”, si è cercato di descrivere l’identità distintiva della Chiesa ambrosiana, i suoi valori fondanti, la struttura e la modalità organizzativa, così come – per quanto possibile – si è cercato di misurare (attraverso alcuni primi indicatori che saranno sviluppati nelle prossime edizioni) le attività svolte e il loro impatto pastorale e sociale, le risorse economiche impiegate e i contributi erogati, in ultima analisi i benefici prodotti per la comunità.

Per definire il “perimetro” del documento e i criteri con cui organizzarne i contenuti sono state individuate tre dimensioni che caratterizzano in modo rilevante, sebbene non esclusivo, il servizio di un Vescovo alla propria Diocesi, in particolare nei confronti delle realtà locali che operano sul territorio (le parrocchie, ma non solo): la “cura pasto­rale” (indirizzo, coordinamento, formazio­ne), la “cura amministrativa” (vigilanza ca­nonica, consulenza amministrativa, servizi), il sostegno ad attività e progetti sul territorio (la gestione diretta di opere e l’erogazione di contributi per finalità specifiche, fondi diocesani e 8xmille).

Avere definito secondo questi criteri il “pe­rimetro” del presente documento spiega anche il motivo per cui, nella complessa e ampia articolazione della Diocesi, alcune realtà – che pure sono essenziali nella vita della Chiesa ambrosiana e determinanti per lo svolgersi della sua missione – non saranno qui considerate: ci riferiamo ad esempio al Seminario arcivescovile, al Mu­seo diocesano, alla Veneranda Biblioteca Ambrosiana, ai Collegi arcivescovili, all’Isti­tuto Sacra Famiglia.

I prossimi tre capi­toli, che chiudono la prima parte del docu­mento, saranno dedicati a illustrare in modo più specifico queste tre dimensioni, che rap­presentano l’architrave su cui è costruito il Bilancio di missione.

Con l’obiettivo di conseguire questa triplice missione a servizio della Chiesa, nel governo della Diocesi l’Arcivescovo si avvale di una struttura di enti e soggetti diversi: anzitut­to la Curia arcivescovile, organizzata in una serie di uffici e servizi raggruppati in diversi vicariati, a cui si affiancano i cosiddetti Enti centrali e altri organismi diocesani di servi­zio. La seconda parte del documento sarà appunto dedicato alla descrizione di questi soggetti e la terza alla rendicontazione delle attività di questa articolata struttura, delle risorse che essa impiega e distribuisce, degli esiti conseguiti.

Orizzonte temporale di riferimento, per il solo Ente Arcidiocesi che ha adottato il criterio contabile dell’anno pastorale, sarà il periodo che va dal settembre 2021 all’agosto 2022 mentre per tutti gli altri Enti centrali ed altri organismi diocesani, che adottano invece il tradizionale anno solare, l’ultimo bilancio considerato è relativo al 2021. 

I dati economici di Arcidiocesi considerati nel documento sono relativi esclusivamente all’ambito della gestione tipica (ovvero riferibili alle sole attività istituzionali promosse dalla Curia Arcivescovile) e iscritti nel Rendiconto gestionale dell’Ente, mentre l’erogazione di contributi per finalità specifiche avviene attraverso l’utilizzo di fondi registrati nello Stato Patrimoniale.