Il Martirologio Romano, e i sinassari bizantini ricordano in questo giorno Abba Mosè, un padre del deserto egiziano del IV secolo (332-407 circa). Nero di pelle, e di statura gigantesca, approda alla vita monastica dopo burrascose esperienze (era di indole violenta, capo di una banda di ladroni) nella sua terra, l’Etiopia, di cui è considerato il primo monaco.
Si fa discepolo di Macario il Grande e Isidoro Presbitero. L’umiltà e l’intensa misericordia segnano la sua radicale conversione. Essendo di pelle nera, egli si considerava all’ultimo posto, come straniero; molti, tra i più belli, degli apoftegmi dei Padri del deserto lo hanno come protagonista umilissimo. Cassiano nelle sue conferenze lo cita spesso come “il più grande di tutti i santi” (Conferenze, X.25). Poemen dice che “dalla terza generazione di Scete e dal padre Mosè i fratelli non hanno fatto più progressi” (Apoftegmi, Poemen, 166). Secondo i testi agiografici bizantini morì martire, ucciso da un’orda di barbari a cui non volle sottrarsi con la fuga dal suo eremo.