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Territorio

Lo stadio accanto all’abbazia di Chiaravalle?

Il progetto del Milan preoccupa per l'impatto su una zona immersa nella natura del Parco Agricolo Sud Milano, puntellata di architetture religiose e dimore rurali. La parrocchia, la Comunità monastica e il centro Nocetum hanno sensibilizzato fedeli e cittadinanza. Perplessità anche dall'urbanista Elena Granata. Proposto un Referendum popolare, giudicato inammissibile

di Gloria MARI

21 Maggio 2024
L'Abbazia di Chiaravalle

A gennaio di quest’anno è stato reso pubblico nel Comune di San Donato il progetto dello stadio voluto dall’Associazione Calcistica (AC) Milan, che dovrebbe sorgere nell’area verde di San Francesco a 800 metri dal Borgo di Chiaravalle con la sua Abbazia.

Ci troviamo all’interno di un patrimonio di architetture religiose e dimore rurali al confine con la periferia sud-est di Milano, nel Municipio 5. Si tratta quindi di un’oasi immersa nella natura, nel Parco Agricolo Sud Milano, sotto la tutela dei Beni Ambientali, nella più ampia «Valle dei Monaci» che vanta anche il Parco della Vettabbia e l’ex Boschetto di Rogoredo (ora Area Porto di Mare), da anni ormai bonificato e reso fruibile alla cittadinanza. Tutta la parte sud sta avendo in questi ultimi anni una rigenerazione da periferia impraticabile a luogo di pellegrinaggi e camminate fuori porta.

Il progetto prevede 72.000 posti per partite di calcio e per concerti; con un’estensione che sfiora i 500.000 metri quadrati, con al centro anche un teatro auditorium e il parco Legoland al coperto per bambini e famiglie. L’inaugurazione della struttura – che sarà attiva ogni giorno dell’anno – è attesa per la stagione 2028-2029 ma molte sono le incertezze e i punti critici.

Della costruzione di questo nuovo stadio da parte dell’AC Milan si incominciò a parlare a San Donato nell’aprile 2023; mentre a metà giugno 2023 l’Amministrazione Comunale si era resa disponibile ad aprire un tavolo per la valutazione del progetto Stadio.

Il passo amministrativo successivo, a fine settembre, è stato la presentazione, da parte del AC Milan di una variante al Piano Integrato d’Intervento (PII) che prevedeva anche la variazione del Piano di Governo del Territorio (PGT), pur mantenendo la destinazione principale (un’arena di piccole dimensioni con funzione sportiva); il progetto “nuovo stadio del Milan” supera le indicazioni di piano perché nel comparto “San Francesco” la società calcistica prevede anche diversi centri commerciali tra cui un hotel, vaste aree all’interno del Parco Agricolo Sud Milano adibite a parcheggio e la realizzazione di nuovi svincoli autostradali atti all’ingresso e all’uscita di auto, pullman e moto.

A preoccupare gli abitanti non solo di San Donato, ma anche del Borgo di Chiaravalle fino ad arrivare a quelli dell zona Corvetto, è l’evidente consumo di suolo, il conseguente inquinamento acustico, il traffico che rischierebbe di compromettere il Complesso Abbaziale dei monaci cistercensi, presenti a Chiaravalle dal 1135, il cui indubbio valore storico-artistico e architettonico, ma soprattutto spirituale, è testimoniato dall’alta affluenza di milanesi (e non solo) per le liturgie quotidiane e soprattutto per quelle dei giorni festivi. Nei mesi scorsi la Parrocchia di San Michele e Santa Rita al Corvetto e la Comunità Monastica di Chiaravalle hanno sentito pertanto l’esigenza, insieme al centro Nocetum, di sensibilizzare con un volantino i fedeli e la cittadinanza.

Dall’altra parte, tra le motivazioni favorevoli portate avanti dall’Amministrazione Comunale sandonatese, oltre all’area da tempo a preminente vocazione sportiva, c’è anche quella di creare nuovi posti di lavoro e migliorare i collegamenti stradali.

In un recente incontro sulla cura del creato, della città e delle relazioni, Elena Granata, docente di Urbanistica e Analisi della città e del territorio e vicepresidente del Comitato scientifico e organizzatore della Settimana Sociale dei Cattolici Italiani, ha richiamato i cittadini e l’Amministrazione a riflettere sul valore dell’area e sulle potenziali conseguenze di scelte che rischiano di essere mosse solo da un ritorno economico immediato (lo stadio comporterebbe infatti un notevole afflusso di cassa dovuto agli oneri di urbanizzazione).

«I nostri nonni hanno dato vita a una città giardino a pochi passi da Milano, immersa nel verde e dotata di strutture sportive. Questi valori sono ancora spendibili e definiscono l’identità di San Donato nel futuro, oppure preferiamo rinunciare a questa identità condannando la città a diventare la periferia di Milano, la discarica delle funzioni che la Metropoli espelle?». Riprendiamo, a tale proposito, quanto papa Francesco richiama come pungiglione etico nell’esortazione apostolica Laudate Deum, di recente pubblicazione: «(…) quando si pensa di avviare un progetto con forte impatto ambientale ed elevati effetti inquinanti, gli abitanti della zona vengono illusi parlando del progresso locale che si potrà generare o delle opportunità economiche, occupazionali e di promozione umana che questo comporterà per i loro figli. Ma in realtà manca un vero interesse per il futuro di queste persone…» (n. 29).

Tutto questo ci invita a riflettere. È stato proposto anche un referendum consultivo per permettere una valutazione democratica. Purtroppo il 23 maggio un Collegio dei garanti nominati dall’attuale Sindaco di San Donato ne ha dichiarato l’inammissibilità. Tale decisione impedisce di ascoltare la voce dei vari comitati e gruppi di cittadini con il rischio di procedere solo con decisioni di Giunta, senza allargare la riflessione a tutta la comunità. Ci auguriamo ci siano altre modalità in cui sia possibile avviare una scelta condivisa per il bene del territorio.