Gdt 8, 2-8; Sal 10 (11); 1Tm 5, 3-10; Mt 5, 13-16
Da quando era vedova digiunava tutti i giorni, eccetto le vigilie dei sabati e i sabati, le vigilie dei noviluni e i noviluni, le feste e i giorni di gioia per Israele. Era bella d’aspetto e molto avvenente nella persona; inoltre suo marito Manasse le aveva lasciato oro e argento, schiavi e schiave, armenti e terreni che ora continuava ad amministrare. Né alcuno poteva dire una parola maligna a suo riguardo, perché aveva grande timore di Dio. (Gdt 8,6-8)
Giuditta è descritta come una donna virtuosa, capace di vivere la vedovanza in pienezza, legandosi a Dio, amministrando con sapienza i beni terreni e avendo cura di sé.
Questa è stata la medesima esperienza di Brigida, che ha vissuto pienamente quando è stata sposata ed è stata in grado di seguire il Signore anche una volta rimasta vedova.
La testimonianza di Giuditta e quella di Brigida mettono in discussione le donne e gli uomini contemporanei, perché mostrano come sia possibile seguire il Signore in modo totale, a tal punto che il legame con lui diventa il fondamento a partire dal quale nessuno possa trovare motivo per rilevare alcuna debolezza.
Preghiamo
Il Signore scruta giusti e malvagi,
egli odia chi ama la violenza.
Giusto è il Signore, ama le cose giuste;
gli uomini retti contempleranno il suo volto.
Dal Salmo 10 (11)