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Ricordo i prodigi del Signore

Martedì della settimana della VI domenica dopo Pentecoste

2 Luglio 2024

Gs 2, 1-15; Sal 135 (136); Lc 8, 40-42a. 49-56

Giosuè, figlio di Nun, di nascosto inviò da Sittìm due spie, ingiungendo: «Andate, osservate il territorio e Gerico». Essi andarono ed entrarono in casa di una prostituta di nome Raab. Lì dormirono. Fu riferito al re di Gerico: «Guarda che alcuni degli Israeliti sono venuti qui, questa notte, per esplorare il territorio». Allora il re di Gerico mandò a dire a Raab: «Fa’ uscire gli uomini che sono venuti da te e sono entrati in casa tua, perché sono venuti a esplorare tutto il territorio». Allora la donna prese i due uomini e, dopo averli nascosti, rispose: «Sì, sono venuti da me quegli uomini, ma non sapevo di dove fossero. All’imbrunire, quando stava per chiudersi la porta della città, uscirono e non so dove siano andati. Inseguiteli, presto! Li raggiungerete di certo». Ella invece li aveva fatti salire sulla terrazza e li aveva nascosti fra gli steli di lino che teneva lì ammucchiati. (Gs 2,1-6)

La conquista della terra promessa dipende da questo episodio durante il quale viene narrato il ruolo fondamentale di Raab: una donna, prostituta, straniera, appartenente al popolo nemico degli israeliti. Ella è in grado di riconoscere che le spie che ha ospitato in casa devono essere appoggiate, perché appartengono al popolo del Signore. Per questo rischia in prima persona trasgredendo all’ordine del re e, con furbizia, è in grado di mettersi in gioco.
Quella donna è ricordata anche nel vangelo di Matteo, come tappa fondamentale della storia della salvezza che ha portato fino alla nascita di Gesù e rimane un invito per tutti: sia a riconoscere che il proprio ruolo è determinante perché il Signore possa agire, quale che sia la propria condizione; sia per scoprire che il Signore si fa vicino a partire dalle persone alle quali meno attribuiremmo fiducia.

Preghiamo

Diede in eredità la loro terra,
perché il suo amore è per sempre.
In eredità a Israele suo servo,
perché il suo amore è per sempre.
Nella nostra umiliazione si è ricordato di noi,
perché il suo amore è per sempre.

Dal Salmo 135 (136)