Sabato 18 maggio, alle 15.30, nel Duomo di Milano l’Arcivescovo, monsignor Mario Delpini, incontrerà in Duomo gli insegnanti di religione della Diocesi di Milano.
L’appuntamento sarà l’ultima tappa del ciclo di formazione in servizio, cominciato quest’anno con i docenti. Una novità, e riedizione, di un percorso che da diverso tempo non avveniva in Diocesi, come spiega don Gian Battista Rota, responsabile del Servizio per l’insegnamento della religione cattolica. «Questa formula ha il sapore del novum, che esula dalla normale formazione in servizio, nella misura in cui quest’anno l’abbiamo rimodellata per offrire agli insegnanti la libertà di studiare meglio, di più e prepararsi quindi bene per il prossimo, spero, imminente concorso, che migliorerà chiaramente la loro posizione di docenti rispetto a ora. Modificando la tradizionale formazione in servizio, si è quindi pensato di concluderla con l’Arcivescovo».
Quest’anno la formazione è cominciata lo scorso ottobre con la tutela dei minori, dal punto di vista sia del docente, sia dell’insegnante di religione cattolica. Invece dei consueti incontri programmati, a chi insegna si è offerto lo spazio per seguire corsi pensati da diverse realtà e attori del territorio, che li preparassero in vista del concorso.
L’incontro (a cui seguirà la celebrazione eucaristica vigiliare di Pentecoste) sarà caratterizzato da tre interventi. Ernesto Diaco, responsabile nazionale dell’insegnamento della religione cattolica, si occuperà dell’appartenenza ecclesiale. Seguirà Nicola Incampo, uno dei maggiori esperti della giurisdizione che norma l’insegnamento della religione in Italia. Concluderà monsignor Delpini.
L’Arcivescovo coglierà l’occasione dell’incontro per un ulteriore gesto simbolico: per l’occasione sono stati invitati gli insegnanti che sono andati in pensione negli ultimi due anni. «Non abbiamo ancora avuto la possibilità di offrire loro un grazie vero, sincero e significativo – spiega don Rota -. Monsignor Delpini li saluterà uno per uno e consegnerà loro un regalo da lui pensato appositamente. Un gesto che di certo saprà far emergere ancora di più la grande famiglia che esiste all’interno della Chiesa: la comunità degli insegnanti di religione».