Il 19 maggio si chiudono le iscrizioni a «Exsultet! – Un popolo che suona, canta, ascolta con passione», occasione in cui cori e appassionati di musica per la liturgia s’incontreranno a Monza per formarsi, ma anche per incontrarsi e fare festa. L’intensa giornata del 1° giugno si concluderà con la celebrazione della Messa nel Duomo di Monza, presieduta da don Giuseppe Como, vicario episcopale per l’Educazione e la Celebrazione della Fede.
Una Messa solenne grazie a tutti i partecipanti
«Sarà una Messa a cui prenderanno parte tutti i partecipanti a questo convegno – la presenta Franco Lazzari, tra gli organizzatori dell’evento -. Coincidendo con la solennità del Corpus Domini abbiamo pensato che la ricchezza dei partecipanti e delle risorse che avremo in campo renderà la Messa più vissuta, più ricca, anche dal punto di vista degli strumenti, dei cori».
Valeria Bottacin, nel comitato organizzatore, specifica: «Coinvolgeremo gli strumenti musicali che saranno presenti, quindi le persone che sapranno suonare e i cori. Avremo modalità diverse di eseguire i canti, alternando delle parti a quattro voci con altre a una voce, cantate insieme all’assemblea, oppure con i solisti».
La prima esecuzione assoluta in Diocesi dell’inno del Giubileo 2025
Verranno coinvolti anche la Cappella Musicale del Duomo di Monza e il coro Anthem della stessa città, già ascoltato nell’atelier di direzione corale svolto in mattinata. «Eseguiranno interventi in polifonia, ad esempio in coda a diversi canti – precisa Lazzari -, oppure il canto all’Offertorio, ma sosterranno anche il canto dell’assemblea: in fin dei conti, il canto dell’assemblea è un punto espresso anche dal Concilio Vaticano II, per cui una Messa solenne è tale quando il popolo partecipa davvero alla celebrazione».
In particolare, il coro Anthem guiderà il canto Pellegrini di speranza, inno del Giubileo 2025. Per la prima volta sarà ufficialmente eseguito in Diocesi; i partecipanti a Exsultet! canteranno il ritornello a quattro voci.
Uno stile celebrativo che aiuta a riconoscersi Chiesa
La celebrazione sarà secondo il Rito Romano e, assicura Lazzari, «il canto della parte del Proprio della Messa o di alcune parti come il Santo, l’anamnesi o la dossologia, dà comunque uno stile che è spendibile sia per quanto riguarda la liturgia ambrosiana che la liturgia romana». Ogni partecipante riceverà per posta elettronica gli spartiti e alcune tracce audio, così da arrivare preparato alle prove per sezioni, cui seguirà una prova generale all’interno del Duomo.
Una Messa con questo stile serve, secondo Bottacin, «per portare nelle proprie realtà un piccolo cambiamento possibile, o delle idee, senza sentirsi scoraggiati. Riconoscersi Chiesa, all’interno di un evento più in grande, fa sentire anche accompagnati e sostenuti in quello che sarà poi il lavoro quotidiano nelle parrocchie, con le difficoltà e le risorse che ciascuno possiede».