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Sirio 15 - 21 luglio 2024
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Università

L’Arcivescovo: «La Cattolica, sogno di credenti audaci e appassionati»

Il messaggio di monsignor Delpini per la 100a Giornata per l’ateneo (domenica 14 aprile): «Le risposte alle domande del futuro vanno cercate qui, in una comunità intergenerazionale, in un agorà dei saperi, in un luogo dove si incontrano il cielo e la terra»

di monsignor Mario DELPINIArcivescovo di Milano, Presidente dell'Istituto Toniolo

14 Aprile 2024
Monsignor Mario Delpini

Una comunità

Se avete domande di futuro, non chiedete ai giovani. I giovani che cosa sanno del futuro? Coltivano ambizioni, attese, paure, sospetti, progetti. Ci sono persino dei giovani che non osano guardare al futuro come fosse una minaccia: preferiscono procedere con cautela, con scelte provvisorie e ipotesi verificabili. Piccoli azzardi proporzionati alle risorse e astutamente garantiti.

Se avete domande di futuro, non chiedete agli adulti. Gli adulti, i vecchi che ne sanno del futuro? Hanno fatto esperienze che talora li hanno resi scettici e scoraggiati. Hanno competenze con cui possono proporre ipotesi, ma non speranze. Portano con sé una specie di malinconia generata dal sospetto di non aver gran che da proporre. Si vanno convincendo che tanto del loro lavoro e della loro competenza sia inutilizzabile in un mondo inesplorato. Che ne sanno del futuro, gli adulti scettici e scoraggiati?

Se avete domande di futuro, cercate una comunità in cui adulti e giovani siano alleati nell’esplorazione di significati, nella coltivazione di sogni e nella elaborazione di percorsi possibili e promettenti verso un orizzonte desiderabile per tutti.

Solo in una comunità può abitare la domanda di futuro e la determinazione ad affrontare la sfida. Solo in una comunità intergenerazionale, come una università.

Una «Universitas»

Se avete domande di futuro, non consultate cultori delle scienze dure. Gli scienziati si sono fatti incerti, sorpresi di scoprire quanto poco sia stato scoperto. Sono rigorosi e seri. Talora presumono che sia affidabile solo ciò che è calcolabile, quello che si può verificare con esperimenti. Perciò, che cosa ne possono sapere del futuro?

Se avete domande di futuro, non consultate i cultori delle scienze umane. I cultori delle scienze umane sono esperti di analisi, di processi mentali o dinamiche sociali, possono disegnare grafici e proporre interpretazioni che sono un po’ scienza e un po’ metafora. Sanno dedurre proiezioni e generalizzazioni con numeri e statistiche. Ma che cosa ne sanno i numeri e le statistiche del futuro?

Se avete domande di futuro, non consultate gli studiosi del pensiero e delle scienze storiche.

Gli umanisti scavano nel passato inesauribile e ne traggono fascino e sconcerto a proposito di quanto gli umani hanno potuto pensare, costruire, creare opere di una bellezza immortale, e anche rovinare e distruggere, creare confusione e ideologie. Gli umanisti studiano il passato. Che ne sanno del futuro?

Se volete sapere qualche cosa del futuro cercate una agorà dove i saperi si incontrano, dove le domande diventano ricerche e sanno ospitare tutte le scienze, dove il dialogo interdisciplinare diventa visione condivisa e genera scintille di sapienza universale. Cercate l’università.

La «Catholica»

Se avete domande di futuro non cercate sulla terra. Sulla terra sono tracciati sentieri interrotti e pensieri smarriti. Sulla terra la paura della morte rende schiavi per tutta la vita e la morte resta l’unico futuro indiscutibilmente prevedibile. Che può dire del futuro la terra, spaventata dall’inevitabile destino di morte?

Non cercate sulla terra. Sulla terra sono custoditi giacimenti impressionanti di dati che gli algoritmi combinano con rapidità affascinante per prevedere l’imprevedibile e diventano infallibili nel vendere e nel comprare.

Sulla terra sono tutti contati eccetto quelli che non contano. Sulla terra si ascolta di tutto, eccetto i profeti. Tutto è pesato, eccetto il peso che grava sulle spalle della povera gente. Nei supermercati della terra si trova tutto, eccetto l’essenziale, eccetto la gioia. Che ne possono sapere del futuro i supermercati della terra?

Se avete domande di futuro non cercate in cielo, in una qualche mistica fantasiosa, in una qualche religione disincarnata. Nel cielo abitavano, forse abitano ancora, divinità facili a promettere e generose con i loro devoti, irascibili verso gli empi e facili a minacciare, un po’ troppo prevedibili: che ne possono sapere del futuro gli spiritualisti e gli dei troppo umani?

Se avete domande sul futuro cercate là dove si incontrano il cielo e la terra, dove Dio si fa uomo per condividere il colore del grano e il profumo delle primavere, la fatica del vivere e lo strazio del morire, e dove l’uomo diventa partecipe della vita di Dio per vivere l’invincibile speranza, la promessa affidabile e la pienezza della gioia. Cercate là dove si incontrano il cielo e la terra, nel Sacro Cuore.

La Chiesa italiana celebra per la centesima volta la Giornata per l’Università Cattolica del Sacro Cuore e sente la responsabilità di incoraggiare la comunità cristiana a sentire propria l’Università. La comunità cristiana può pretendere che l’Università Cattolica sia all’altezza della domanda di futuro che si pongono oggi i giovani e la società intera.

In effetti l’Università Cattolica non è un mondo a sé, ma è espressione di un sogno di cattolici audaci ed è responsabilità di credenti appassionati che dentro e fuori l’università custodiscono il sogno e ne fanno un progetto.

In Università Cattolica ci sono le condizioni e c’è la passione per raccogliere la domanda di futuro e cercare risposta: infatti l’Università è una comunità intergenerazionale, è una agorà dei saperi, è cattolica.