«La forza della gentilezza nella cura» è il tema dell’annuale Convegno di volontariato sanitario ispirato al Discorso alla città 2021 dell’Arcivescovo («…con gentilezza – virtù e stile per il bene comune»), in programma giovedì 18 aprile nella Sala convegni della Curia arcivescovile (piazza Fonata, Milano – vedi qui la locandina con il programma)).
L’appuntamento – rivolto ad associazioni di volontariato, assistenti spirituali, cappellani, diaconi, suore delle cappellanie e collaboratori volontari, parroci, responsabili decanali per la Pastorale della salute e tutti gli interessati – è organizzato da una Commissione formata da una rete di volontariati all’interno della Pastorale diocesana della Salute e verte sempre su tematiche riguardanti la relazione d’aiuto. Uno degli obiettivi è favorire una conoscenza reciproca e una sinergia caritativa atta a rispondere al bisogno di umanità proveniente dalle diverse fragilità del territorio.
La ripartenza dopo il Covid
Quest’anno in particolare il pensiero è andato a quei volontariati che si stanno riorganizzando per riattivarsi dopo la sofferta pandemia da Covid 19. Abbiamo assistito alla fantasia creativa di responsabili che durante il lungo periodo dell’isolamento hanno tenuto vivo lo spirito e l’interesse dei loro specifici volontariati, dando testimonianza alla verità dell’espressione di Elizabeth Kubler-Ross: «Le persone sono come le vetrate. Scintillano e brillano quando c’è il sole, ma quando cala l’oscurità rivelano la loro bellezza solo se c’è una luce dentro». La verità di questo pensiero può essere verificata nella vita dei volontari che ormai stanno riprendendo la loro attività di sostegno e aiuto ai malati ed ai fragili.
Anche noi del settore volontariato diocesano non ci siamo mai stancati di sentirci, confrontarci, vederci. Quest’anno abbiamo ritrovato maggior interesse, forse ricuperato dal tema dello scorso anno «Stay Gold» (Resta d’oro). Con la gioia di riconoscerci in una rete che rappresenta un settore in cammino con progetti e pianificazioni, riguardanti formazione e attività. Vogliamo lavorare: il tempo che ci è dato è prezioso e va speso per l’altro e ha ricadute benefiche anche su noi stessi.
Liberarsi dalla crudeltà
La gentilezza – tema che verrà approfondito nelle relazioni e nelle testimonianze del Convegno – è l’espressione della nobiltà d’animo in cui si possono riconoscere la mitezza e la mansuetudine. Papa Francesco, nell’Enciclica Fratelli Tutti, parlando della «rivoluzione della gentilezza» ci ha invitato a recuperarla con molta determinazione: «La gentilezza è una liberazione dalla crudeltà che a volte penetra le relazioni umane, dall’ansietà che non ci lascia pensare agli altri, dall’urgenza distratta che ignora che anche gli altri hanno diritto a essere felici» (FT 224).
La gentilezza così intesa si sta manifestando sempre più una necessità della nostra arida società, distratta e dispersiva, forse impaurita dagli eventi che accadono all’orizzonte del mondo. Noi la gentilezza l’abbiamo percepita non tanto come declinazione di un cuore gentile, ma piuttosto come sostanza relazionale che intende salvare dignità umana e riconoscere la persona come sacra.