Lunedì 25 marzo il Consiglio di istituto della scuola Iqbal Masih di Pioltello (Milano) ha confermato la decisione di sospendere le lezioni per il prossimo 10 aprile, in concomitanza con la conclusione del Ramadan. Oltre all’Arcivescovo, monsignor Mario Delpini, e al responsabile del Servizio per l’Ecumenismo e il dialogo Roberto Pagani, a sostegno della scuola si sono espressi anche i sacerdoti di Pioltello, don Andrea, don Giacomo e don Marco, che nelle celebrazioni di domenica 24 marzo hanno letto ai fedeli una lettera aperta da loro firmata.
Don Marco Taglioretti, parroco della chiesa di San Giorgio, è uno dei tre firmatari del comunicato: «Si è parlato tanto, anche qui a Pioltello. Ogni persona che incontravo era una domanda, la richiesta di una mia opinione. Tra gli adulti il dibattito è stato molto aperto, qualche volta anche un po’ acceso. All’interno della nostra comunità le opinioni non sono state univoche, ma questo ci ha permesso anche di ascoltarci di più e confrontarci. Quello che personalmente mi ha colpito è stata l’apprensione nei ragazzi, soprattutto delle medie. Ho percepito in loro un po’ di timore anche nell’uscire da scuola, di essere fermati per un’intervista. Erano molto agitati e preoccupati per tutto quello che stava succedendo. Da loro è emerso il desiderio di tornare alla vita di tutti i giorni».
Normalità che per gli studenti di Pioltello significa convivenza: qui sono presenti numerose culture differenti, tenute insieme da un rapporto da sempre improntato al dialogo. Gli stessi oratori sono frequentati e animati da tantissimi ragazzi anche di fede musulmana. Negli anni è diventato uno spazio di accoglienza, specialmente nel periodo estivo, e capita che ogni tanto qualche giovane non partecipi solo alle attività ludiche. «Da noi per esempio c’è un ragazzo musulmano che partecipa al cammino della professione di fede, con tutte le attenzioni nei suoi confronti – spiega don Marco -. Chiaramente non andrà a Roma al pellegrinaggio con la Diocesi, però quando ci sono i nostri momenti di preghiera lui partecipa tranquillamente e condivide con noi la sua voglia di pregare».
Non sono rari episodi simili a Pioltello. Già da tempo varie realtà religiose locali si danno appuntamento pochi giorni prima di Natale per celebrare la benedizione del presepe in Comune.
In questi casi, la comunità si riunisce per condividere momenti di preghiera, anche solo con il pensiero. «Inoltre abbiamo già tantissime piccole attività della parrocchia, che da noi sono davvero normali – sottolinea don Marco – . L’integrazione è un desiderio reciproco, non è soltanto iniziativa. Potrei raccontare un’infinità di episodi di convivenza bellissimi. Nel 2020 per esempio avevamo tagliato l’ulivo in piccoli pezzi, per poi sistemarlo sulle sedie. Uno di questi ragazzi musulmani che assieme ad altri era lì ad aiutarmi mi ha chiesto come mai fosse così importante proprio l’ulivo. È stata una bellissima occasione per raccontargli la nostra tradizione, da dove nasce, cosa significa. Il ragazzo ha poi condiviso con noi una delle sue tradizioni. È stato semplice, ci siamo solo ascoltati e conosciuti di più. È stato uno tra gli episodi più belli che porto nel mio cuore».