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Preti anziani

Aiuto fraterno, prendersi cura dell’altro come in famiglia

Nelle celebrazioni del Giovedì Santo si rinnova l’invito a presbiteri e laici a sostenere la Fondazione che assiste i sacerdoti malati e in difficoltà. «Un segno di gratitudine per la loro vita donata al Signore e alle comunità», dice il delegato arcivescovile don Massimo Fumagalli, che illustra natura, modalità d’azione ed esigenze dell’Opera

di Annamaria BRACCINI

27 Marzo 2024
Sacerdoti anziani ospiti della Fondazione Sacra Famiglia

Nel Giovedì santo, a partire dalla Messa Crismale, ma anche nella Messa in Coena Domini, si chiede ai fedeli di contribuire alle offerte destinate al clero anziano e malato. «È una richiesta formulata una ventina di anni fa dall’allora arcivescovo Dionigi Tettamanzi», spiega don Massimo Fumagalli, delegato dell’Arcivescovo per l’Opera Aiuto Fraterno (Oaf), nata come Associazione nel 1946 per iniziativa del beato cardinale Alfredo Ildefonso Schuster e trasformatasi nel 1996 con il cardinale Carlo Maria Martini in Fondazione. Sottolinea Fumagalli: «Il cardinale Tettamanzi chiese innanzitutto ai preti di contribuire nel contesto della Messa Crismale, in virtù della comune ordinazione sacerdotale che ci lega e, quindi, del legame profondo per il quale ciascuno di noi deve prendersi cura dell’altro come in una famiglia».

Un sostegno che deve esprimersi naturalmente a livello spirituale, ma anche materiale…
Per questo, a suo tempo, il cardinale Martini aveva voluto la Fondazione di diritto civile, dotata di un patrimonio che deve essere utilizzato per lo scopo, sancito dallo statuto, della formazione dei sacerdoti anziani e ammalati e del sostegno economico di chi in questa fase della vita si trova in difficoltà.

Per sensibilizzare su questo tema è stata pubblicata anche una lettera dell’Arcivescovo specificamente dedicata…
Sì, è disponibile online. E stiamo approntando anche un sussidio che la contiene e che verrà distribuito ai sacerdoti in questo periodo. Certo, la colletta del Giovedì Santo non esaurisce le entrate dell’Oaf, che ha anche altre possibilità di incremento del proprio capitale derivanti da eredità, offerte libere di sacerdoti – spesso in occasione di significativi anniversari di ordinazione – e di fedeli.

Anche i laici possono contribuire?
Certo. Sempre il cardinale Tettamanzi aveva stabilito che tutto ciò che si raccoglie nel Giovedì Santo dovesse essere devoluto per l’Opera. Quindi i fedeli sono invitati alla colletta nel momento pomeridiano della Messa in Coena Domini, essendo la Crismale dedicata ai sacerdoti che, nell’occasione, rinnovano le loro promesse sacerdotali. E questo per indicare una coerenza, all’interno di una stessa giornata, e una collaborazione nel sostentamento dei sacerdoti anziani e/o malati con una gratitudine condivisa per la loro vita donata al Signore e alle comunità.

Quali sono i “numeri” della fascia anziana del clero ambrosiano?
Su 1636 presbiteri diocesani (dati aggiornati al 20 marzo 2024), 528 hanno fra i 75 e gli 80 anni. Gli ultra80enni sono 353. Il prete più anziano della Diocesi ha compiuto a febbraio 102 anni e a maggio verrà raggiunto da un coetaneo. Vi è, poi, anche un centenario. 

Come opera concretamente la Fondazione?
Nel corso degli anni la sua attenzione al clero anziano o in condizioni di salute precaria si è consolidata e ampliata. In particolare, gli incontri nelle Zone pastorali – l’Arcivescovo nomina un referente per ogni Zona – e nei Decanati hanno consentito di avviare riflessioni sulla realtà della fraternità sacerdotale e di illustrare le forme di sostegno. L’attenzione per tali presbiteri avviene nell’ambito della Formazione permanente del Clero (la Fondazione è presieduta dal vicario episcopale di Settore, monsignor Ivano Valagussa), come sfondo costante alle varie attività e iniziative. I preti che ricevono un sostegno per motivi di anzianità, in diverse strutture, in particolare in Rsa, sono 49. Si tratta di un accompagnamento, sia nello stare loro accanto, sia in ordine a un aiuto economico per le spese richieste da questi ricoveri. C’è poi anche una cura verso chi rimane nelle proprie abitazioni o presso le parrocchie.

I fondi su cui può contare la Fondazione sono sufficienti?
Diciamo che, dopo la pandemia, le offerte sono diminuite e che, attualmente, si attestano su cifre assai inferiori alle necessità.

Come contribuire

* Direttamente presso la segreteria della Fondazione Opera aiuto fraterno (piazza Fontana 2, Milano; tel. 02.8556372);

* Attraverso bonifico bancario sul conto corrente intestato a Fondazione Opera aiuto fraterno (Banca Popolare di Sondrio, Filiale di Milano Agenzia 3 Iban IT 81 A056 9601 7990 0001 9049 X29);

* Presso l'Ufficio Cassa della Curia specificando Fondazione Opera aiuto fraterno.

Per altre informazioni o precisazioni: Oaf (tel. 02.8556372; oaf@diocesi.milano.it), Idsc (Istituto diocesano per il sostentamento del clero, Ufficio sacerdoti, piazza Santo Stefano 14, Milano; tel. 02.760755304/305; segreteria@idsc.mi.it).