Una delle parrocchie di Milano beneficiarie dell’intervento della Commissione per la perequazione è San Leonardo da Porto Maurizio, nel quartiere Gallaratese, che fa parte della Comunità pastorale Trasfigurazione del Signore. Racconta il responsabile della Cp, don Andrea Meregalli: «La parrocchia aveva un debito pregresso di circa 90 mila euro che doveva sanare e che è stato coperto dall’intervento deciso dalla Commissione, attraverso un intervento della Dotazione di Garanzia Arcivescovile per 40 mila euro cui si sono aggiunte la contribuzione una tantum da parte delle parrocchie della Zona I aderenti alla rete di soccorso, e una ulteriore erogata, nella forma di un prestito quinquennale, da una parrocchia del quartiere Forlanini. Questo ha permesso a San Leonardo di uscire dalla situazione debitoria e di avere un percorso più tranquillo che non ha più evidenziato problemi economici».
Quindi, al di là dell’aspetto puramente finanziario, c’è stato anche un arricchimento spirituale per la comunità, una maggiore serenità nella pastorale?
Sì, proprio nel senso di quella fraternità tra realtà ecclesiali, appunto, anche tra parrocchie che l’Arcivescovo indica nel titolo della Commissione, «L’interesse è la comunione». L’intervento si è concretizzato nel 2019, alla vigilia del periodo della pandemia. Forse nella vicenda non è stata molto coinvolta la gente, ma certo lo sono stati il Consiglio pastorale e quelli degli Affari economici.
Il meccanismo della perequazione ha funzionato bene?
Sicuramente abbiamo avuto un grande sostegno e affiancamento, considerando che la Commissione, prima dell’erogazione materiale, ha valutato evidente come il debito in essere a San Leonardo fosse un problema insormontabile per le sole forze della parrocchia. E questo nella logica di un’idea di perequazione che, peraltro, era già stata attuata anche all’interno delle nostre realtà. Non è un cammino semplice – non lo è mai quando si parla di questioni economiche -, ma sul quale stiamo facendo passi avanti.
Come?
Il nostro Consiglio pastorale è di Comunità pastorale, mentre finora i Consigli degli Affari economici sono presenti per ciascuna delle quattro realtà facenti parte della Cp. Il tentativo che vogliamo fare è di lavorare insieme anche nel contesto del Caep. L’auspicio è che, con il rinnovo degli organismi consiliari, si riesca a farlo e credo che la proposta di realizzare un unico Consiglio di Affari economici della Comunità pastorale possa andare in questo senso.