Ct 1,5-6b.7-8b; Sal 22; Ef 2,1-10; Gv 15,12-17
Gesù disse ai suoi discepoli: «Non voi avete scelto me, ma io ho scelto voi e vi ho costituiti perché andiate e portiate frutto e il vostro frutto rimanga; perché tutto quello che chiederete al Padre nel mio nome, ve lo conceda.» (Gv 15,16)
La fede non è una conquista, mai. Non siamo stati noi a raggiungere Dio, non siamo stati così bravi da stanarlo dal suo nascondiglio, rendendolo evidente ai nostri occhi; proprio no. Se abbiamo conosciuto qualcosa di Dio in Gesù, è grazie a un dono; con la mediazione di molte persone, situazioni, esperienze, sì; ma se noi siamo qui a dare ascolto a una Parola cui diamo credito, è perché siamo stati scelti. Non è un vanto, né un privilegio: è una responsabilità; perché in questa grazia ci è chiesto di saper portare frutto. Siamo «scelti» e «costituiti»: c’è un compito e c’è un mandato. Se è vero che qui le parole di Gesù hanno un diretto riferimento ai Dodici, non è men vero che qui abita anche lo sguardo del Signore sulle comunità di credenti, su noi oggi, chiamati a dare testimonianza, insieme, della speranza che ci abita dentro, per aver conosciuto la salvezza di Dio in Gesù. Fidiamoci ancora delle buone possibilità che il Vangelo custodisce anche per il nostro tempo, e mettiamoci a servizio di questa Buona Notizia con vivace generosità.
Preghiamo
Padre misericordioso, fa’ che la tua Chiesa,
riunita dallo Spirito Santo,
ti serva con piena dedizione
e formi in te un cuore solo e un’anima sola.
dalla liturgia del giorno