At 4,23-31; Sal 2; Gv 3,22-30
Giovanni rispose: «Lo sposo è colui al quale appartiene la sposa; ma l’amico dello sposo, che è presente e l’ascolta, esulta di gioia alla voce dello sposo. Ora questa mia gioia è piena. Lui deve crescere; io, invece, diminuire». (Gv 3,29-30)
È bellissimo riascoltare l’atteggiamento libero e festoso del Battista, uomo di profezia, che sa leggere la storia e si prende la responsabilità di esserci, parlare, agire per orientare il popolo cui appartiene al cammino di grazia preparato dal Signore. Giovanni gioisce della presenza di Gesù, che battezza e raccoglie un’attenzione che limita quella sino a quel momento data a lui. Sa mettersi da parte quando è il momento, pur senza smettere di usare la sua voce a servizio del regno di Dio; indica Gesù a quanti cercano una via di rinnovamento e purificazione, e sa farne motivo di gioia, libero da bramosie di successo, semplicemente dedito a quanto aveva colto dai sussurri dello Spirito, pienamente a servizio di qualcosa che da sempre aveva riconosciuto più grande di sé. Da credenti siamo tutti chiamati su questo percorso di appassionata dedizione al disegno di Dio, anche se servito nascostamente e in silenzio; Giovanni ci dice che può essere “gioia piena”: c’è da crederci!
Preghiamo
Benedetto sempre il Signore,
ha cura di noi il Dio della salvezza.
Il nostro Dio è un Dio che salva, alleluia.
dalla liturgia del giorno