At 10,34-43; Sal 95; Fil 2,5-11; Mc 16,1-7
Maria di Màgdala, Maria madre di Giacomo e Salome dicevano tra loro: «Chi ci farà rotolare via la pietra dall’ingresso del sepolcro?». Alzando lo sguardo, osservarono che la pietra era già stata fatta rotolare, benché fosse molto grande. (Mc 16,3-4)
Pasqua viene anche a raccontarci che c’è una presenza e c’è una forza, anche nel nostro tempo, a orientare e guidare il percorso della storia verso la luce e la bellezza, ben al di là delle nostre aspettative, che spesso sono così deboli da rallentare o addirittura limitare il nostro coraggio. Le donne cercavano un aiuto che non c’era; il Signore aveva già rovesciato l’esito della morte. Il sepolcro che si aspettavano chiuso aveva già conosciuto la luce. E non importa quanto pesante fosse la pietra. Farsi domande e avere paura si può, come è accaduto alle donne; ma noi abbiamo la certezza del Risorto, la forza immessa nella storia dalla Pasqua e lo spiraglio sempre aperto in un sepolcro che non si chiude più, che non potrà più sfuggire alla luce del tempo nuovo cui Gesù ci ha spalancati. Questa è la settimana dell’insistente ed eterno annuncio pasquale, otto giorni per dire l’irriducibilità del Giorno Nuovo, il primo dopo il sabato. E da questo non si torna più indietro, mai più.
Preghiamo
Venite e ascoltate
le grandi cose che ha fatto il Signore.
Ha risuscitato Gesù da morte
perché la nostra fede fosse certa
e la nostra speranza fosse in Dio, alleluia.
dalla liturgia del giorno