Candidato come miglior film internazionale ai prossimi Oscar, esce nelle sale il lungometraggio tedesco «La sala professori» di Ilker Çatak, che firma la sceneggiatura insieme a Johannes Duncker, suo ex-compagno di scuola.
Una storia capace di cogliere diversi temi, tra cui quello dell’educazione in generale, che diventa specchio della società attuale in difficoltà nel trovare la dimensione morale. Protagonista, oltre la scuola stessa evidentemente, è la giovane ed inesperta insegnante delle medie Carla Novack (una straordinaria Leonie Bernesch). Al suo primo incarico, si cimenta con un problema di furti all’interno dell’istituto. Quando i sospetti sembrano cadere su uno degli alunni comincia, infatti, ad indagare personalmente per fare venire a galla la verità.
Dentro un sistema che erge a principio il motto “tolleranza zero”, Carla si trova così a combattere con dinamiche che sembrano non tener conto non solo dei principi morali, di ciò che sarebbe giusto fare, ma del rispetto di ogni singola persona, adulta o meno che sia. Ognuno ha le sue ragioni (preside, professori, ragazzi, genitori, segreteria…) che spesso non solo non coincidono, ma rischiano di ledere la dignità e libertà di ciascuno.
Dentro un sistema scolastico ed educativo assai complesso, di cui si chiacchiera tanto, il film risulta ben girato e diretto (plauso pure alla colonna sonora). Non ha alcuna pretesa di fornire risposte, ma sa porre quelle domande che forse, non sempre in modo del tutto cosciente, la nostra società elude (dove vogliamo andare?) perché fatica a dare risposte condivise.
Un racconto adatto per dibattiti e confronti che, mentre critica soprattutto la società presente, lancia nel finale, forse, l’unica prospettiva (o punto di partenza?) a cui dovremmo mirare.