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Sirio 22 - 31 luglio 2024
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Testimonianza

Padre Faltas a Monza, una voce di pace dalla Terra Santa insanguinata

Nell’ambito delle iniziative quaresimali, venerdì 1 marzo il francescano vicario della Custodia a Gerusalemme protagonista di una serata nella chiesa di San Fruttuoso

27 Febbraio 2024
Padre Ibrahim Faltas (foto Terrasanta.net)

Venerdì 1 marzo alle 21, nella chiesa di San Fruttoso a Monza, nell’ambito degli incontri quaresimali interverrà padre Ibrahim Faltas sul tema «Una guerra infinita: eppure tutti desiderano la pace». Frate francescano, padre Faltas è vicario della Custodia di Terra Santa a Gerusalemme. Al centro della sua testimonianza le drammatiche vicende che stanno insanguinando Israele e Gaza.

«Siamo di fronte a luoghi dove si sono svolti gli eventi che riteniamo i più importanti della storia, dove il cielo ha toccato la terra». Queste parole del cardinale Martini sono care a Faltas. «Ho conosciuto molto bene il cardinale Martini quando era arcivescovo di Milano – ha raccontato di recente padre Faltas in un’intervista su comunitadiconnessioni.org -. L’ho incontrato molte volte nei suoi anni trascorsi a Gerusalemme, anni in cui ero parroco e spesso si riferiva a me in questo ruolo dicendo: “Tu sei il mio parroco!”. Le sue parole erano dettate dalla profonda conoscenza delle Sacre scritture e dalla fede salda che lo sosteneva. Questi sono luoghi santi, ma sono anche dove si vivono tensioni e conflitti da anni. Sono luoghi di missione per le necessità oggettive di dare aiuto e sostegno ai nostri fratelli».

«Essere testimoni di pace è un impegno fondamentale per ogni cristiano – ha sottolineato padre Faltas -. Sono un testimone oculare di quanto accade nella regione per l’esperienza acquisita in questi anni vissuti in Terra Santa. Ho incontrato tante persone e ho stabilito relazioni fra loro, cercando sempre di creare contatti solidi e possibilità concrete di unire per costruire. Noi cristiani, soprattutto in Terra Santa, siamo costruttori di pace. Sentiamo forte il bisogno di accogliere e di sostenere chi come noi cerca di costruire la pace. In ogni occasione, veniamo riconosciuti come mediatori e come facilitatori di relazioni. “Sfruttiamo” ogni possibilità per rendere possibile una convivenza pacifica fra questi popoli e non “sprechiamo” le occasioni non solo per parlare di pace, ma per promuovere progetti concreti che la rendano possibile».