In linea con la Memoria Storica, torna in scena dal 19 al 24 marzo “Matilde e il tram per San Vittore“, spettacolo corale e cavallo di battaglia del Teatro della Cooperativa, che parla dell’importante ruolo delle donne nella Resistenza, interpretato da Marta M. Marangoni e Rossana Mola.
In seguito agli scioperi − i più grandi nell’Europa occupata dai nazisti – che durante la Seconda Guerra Mondiale paralizzarono i maggiori stabilimenti a nord di Milano, centinaia di lavoratori di Sesto San Giovanni e dei comuni limitrofi furono arrestati e deportati nei lager. Uomini sottratti ai propri affetti, costretti a vestirsi rapidamente per poi sparire. Madri, mogli, sorelle e figlie si precipitavano inutilmente al carcere di San Vittore e in altri luoghi di detenzione di Milano alla loro disperata ricerca.
Scritto da Renato Sarti, il testo nasce dalle testimonianze raccolte da Giuseppe Valota, presidente dell’ANED di Sesto San Giovanni e Monza scomparso nel 2021, figlio di un deportato che perse la vita a Mauthausen.
Matilde e il tram per San Vittore mette in luce il “non eroismo” di migliaia di persone, che si opposero al fascismo e al nazismo, pagando un caro prezzo. Lo fa attraverso le voci di quelle donne che si ritrovarono improvvisamente costrette a gestire da sole un quotidiano di fame e miseria, nel terrore della guerra e dei bombardamenti. Dopo la fine del conflitto, per molte di loro incominciò un periodo d’attesa ancor più terribile. Dei 570 deportati delle grandi fabbriche, 223 non fecero ritorno e dieci morirono per le malattie contratte nel lager. Sia per le mogli, le sorelle, le madri e le figlie di quegli uomini che non tornarono, sia per quelle che ebbero la fortuna di riabbracciare il proprio marito, fratello, padre e figlio, la vita non fu mai più quella di prima.