Eletti, cioè scelti. Chiamati dal Signore che, con fantasia, continua ad agire nel segreto dei cuori di alcune persone per aprirle al dono della fede.
Sono 79 i catecumeni che diventeranno cristiani nella prossima notte di Pasqua o nel Tempo pasquale. Hanno camminato per circa due anni, insieme al proprio accompagnatore e prete, nell’ascolto della Parola di Dio e nella preghiera, percorrendo un itinerario di conversione della vita e di inserimento nella comunità cristiana. Tra gli eletti 31 sono di origine italiana, mentre le altre provenienze più frequenti sono: 16 albanesi, 4 brasiliani, 4 peruviani. Poco meno della metà vive nella città di Milano, un terzo ha un’età compresa tra i 16 e i 30 anni.
La Chiesa li considera ora Eletti, scelti da Dio, e lo esprime nel Rito di elezione che si celebra nelle Zone pastorali presiedute dai Vicari episcopali la prima domenica di Quaresima. Una celebrazione in cui risuona la buona notizia che, come voce dal cielo, ha raggiunto per primo Gesù e che ora arriva fino a questi nostri fratelli e sorelle che entreranno a far parte della Chiesa: «Tu sei il Figlio mio, l’amato: in te ho posto il mio compiacimento» (Mc 1,11).
Una nuova luce
Questi nuovi Eletti sono una provocazione per tutti coloro che sono già battezzati: ci ricordano che cristiani non si nasce, ma si diventa. E coloro che lo diventano, in questo anno di grazia, esprimono una viva e profonda gratitudine, una gioia grande per un dono inaspettato che illumina in modo nuovo ogni cosa. Nuova luce sugli affetti, sul lavoro o lo studio, sulle amicizie, sugli eventi della vita, sulla comunità cristiana. Gli eletti, dopo il loro battesimo, saranno considerati dalla Chiesa “illuminati”. Questa luce, però, è già brillata nelle loro vicende personale come traspare da ciò che raccontano di loro stessi.
Le domande che animano
Si diventa cristiani oggi perché animati da domande di senso, suscitate dalla vita stessa: in particolare negli affetti più cari, quando per esempio si condivide la vita con un battezzato; in eventi dolorosi che sempre scuotono e interpellano; nella ricerca della fede anche attraverso i propri studi; nell’incontro con comunità cristiane che sanno essere accoglienti e propositive. Le domande risuonano ancora più forte a partire da incontri con persone cristiane, soprattutto se hanno la qualità di buoni testimoni. Così, molti di loro hanno iniziato un tempo di esplorazione per osservare più da vicino la vita dei cristiani. Ci sono catecumeni che, prima ancora di iniziare il percorso formativo, hanno iniziato a frequentare la Messa, a leggere il Vangelo e a confrontarsi con amici credenti. C’è come il desiderio di saggiare la qualità della vita di noi cristiani, alla ricerca di una conferma della verità e della bellezza del cristianesimo.
Questa ricerca luminosa è scintilla anche per la nostra Chiesa che rischia di spegnersi sotto le fatiche dei cambiamenti del nostro tempo. Il Signore ancora illumina e accende. Questi nostri fratelli e sorelle, prediletti e illuminati, ricordano a tutti che il Signore è all’opera e che l’esperienza della fede può rendere nuova la nostra vita. La scintilla può accendere un piccolo fuoco. È ciò di cui abbiamo bisogno. È anche per noi un dono inatteso da accogliere con gratitudine.