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Sant’Elisabetta della Trinità

Venerdì della settimana della II Domenica dopo la Dedicazione del Duomo

8 Novembre 2019

Elisabeth Catez nacque il 18 luglio 1880 nel Campo d’Avor presso Bourges in Francia e fu battezzata quattro giorni dopo. Nel 1887 la famiglia si trasferì a Digione; quello stesso anno le morì il padre. Sentendosi chiamata alla vita religiosa, chiese alla madre il permesso di poter entrare al Carmelo: vi entrò al compimento della maggiore età. Il 2 agosto 1901 Elisabeth entrò nel Carmelo di Digione e assunse il nome di suor Elisabetta della Trinità. Pochi mesi dopo aver emesso la professione religiosa, avvenuta l’11 gennaio 1903, le si manifestarono i sintomi del morbo di Addison: l’accettò col sorriso, certa di essere immersa nell’unione delle Tre Persone divine. Morì ventiseienne il 9 novembre 1906.
È stata beatificata da san Giovanni Paolo II il 25 settembre 1984 e canonizzata la domenica 16 ottobre 2016.

Oggi si ricorsa anche il vescovo sant’Aurelio.
Ordinario di una non identificata sede episcopale di Redigione (forse in Armenia), venuto a Milano vi morì nel 475, il giorno in cui si ricordava la morte di san Dionigi, accanto alla cui tomba fu sepolto. Una leggenda parla di rapporti di amicizia di san Dionigi con sant’Aurelio, al tempo in cui Dionigi fu esiliato dall’imperatore Costanzo, fautore dell’eresia ariana, a Redicione in Armenia. Quando Dionigi morì, Aurelio avrebbe riportato la sua salma a Milano e, fermatosi nella città, di cui era allora vescovo sant’Ambrogio, vi sarebbe morto. Ma l’iscrizione sepolcrale sulla tomba di sant’Aurelio attesta come frutto di devota fantasia questo racconto, essendo la sua morte avvenuta cento anni dopo quella di san Dionigi.