Si può riconoscere l’origine della festa dell’esaltazione della Croce nel culto delle prime comunità cristiane a Gerusalemme dove, come si può leggere nel diario della pellegrina Eteria (sec. IV), il Venerdì Santo si adorava solennemente la Santa Croce. La leggenda attribuisce a sant’Elena, la madre dell’imperatore Costantino, il ritrovamento della Santa Croce, alla data appunto del 14 settembre. Ma storicamente questo è il giorno della dedicazione delle due basiliche costantiniane, il Martyrion e l’Anastasis (Risurrezione), costruite nella prima metà del IV secolo tra il Golgota e il sepolcro di Gesù.
In seguito la venerazione delle reliquie della Croce prevalse sulla commemorazione della dedicazione di queste basiliche e sotto il nome di “Esaltazione” è passata anche in Occidente. Nel 614 il re persiano Cosroe Parviz durante la conquista della Città santa, trafugò la preziosa reliquia, che fu ricuperata poi nel 628 dall’imperatore Eraclio. Ma nel 1187, dopo che il Vescovo di Betlemme la portò con sé nella battaglia di Hattin, se ne persero definitivamente le tracce. Nel cuore della festa odierna rimane non più il culto della Croce, ma la contemplazione del mistero della Croce come strumento della redenzione universale.
La Croce è la gloria di Cristo, l’esaltazione di Cristo, immagine luminosa dell’amore di Dio per l’umanità; levata in alto, con le sue braccia aperte ad abbracciare la terra, mostra ai credenti la via della vita piena, attraverso la partecipazione al cammino pasquale del Signore crocifisso e risorto
Sabato della settimana della II Domenica dopo il Martirio di San Giovanni il Precursore
Esaltazione della S. Croce