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Sirio 15 - 21 luglio 2024
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Riflessione

No alla guerra e alle armi: con coraggio

In occasione della Veglia per la Pace in programma a Rho nella serata del 31 gennaio, proponiamo un contributo dell’Associazione Libera (tra i promotori dell’evento): occorre insistere con volontà e perseveranza nel cammino di pace, malgrado gli ostacoli posti da ogni conflitto

di Davide PATI Associazione Libera

31 Gennaio 2024

La Pastorale sociale e del lavoro, in collaborazione con Caritas ambrosiana, Azione cattolica, Associazione Libera, i padri Oblati missionari di Rho e il Decanato di Rho, organizza una Veglia di preghiera per la pace in programma mercoledì 31 gennaio, alle 21, presso il Santuario della Beata Vergine Addolorata di Rho (corso Europa 228). Al termine del Mese della Pace e nel giorno della festa di San Giovanni Bosco, si approfondirà il Messaggio di papa Francesco per la Giornata mondiale «Intelligenza artificiale e pace».
Proponiamo un contributo dell’Associazione Libera.

Nel Messaggio Urbi et Orbi di Natale papa Francesco ci ha chiesto di dire «sì» al Principe della pace e a dire «no» alla guerra. E ha aggiunto: questo «no» va detto con coraggio! A questa esortazione di papa Francesco potremmo aggiungere la consapevolezza che in ogni guerra e conflitto armato si alimentano varie forme di traffici illeciti e proliferano mafie e corruzione.

Con coraggio, quindi, bisogna dire «no» anche alle armi e denunciare come la loro produzione, vendita e commercio sia in costante aumento e allo stesso tempo manchino sempre risorse adeguate per la salute, l’istruzione, il lavoro degno e la lotta alle povertà o al cambiamento climatico.

Dove la violenza è sembrata l’unico mezzo per risolvere i conflitti, il cammino di pace è sempre stato pieno di ostacoli e salite, che però non arretra, non demorde. Oggi c’è troppa aggressività anche nel parlare. Si semplifica, si polarizza, spesso senza ascoltarci. Si avverte, inoltre, una insufficiente incisività delle politiche internazionali nel mettere in campo tutte le iniziative legislative, economiche e culturali perché si vada nella direzione di una giustizia sociale e ambientale e di una cooperazione fraterna e solidale.

«Se siamo un mondo senza pace, la colpa non è di questi e di quelli, ma di tutti», scriveva don Primo Mazzolari nel 1955. E aggiungeva: «Ogni sforzo verso la pace ha una sua validità: chiunque vi si provi dev’essere guardato con fiducia e benevolenza».

Occorre, pertanto, volontà e perseveranza per raggiungere un cambiamento culturale e un’etica nelle relazioni, a più livelli. «Dobbiamo educare per la pace. E si vede che non siamo ancora – l’umanità intera – con una educazione tale che fermi ogni guerra», ha detto ancora papa Francesco nell’Angelus del 14 gennaio scorso.

E la via da percorrere la indica nuovamente don Mazzolari: «La non-violenza non va confusa con la non-resistenza. È un rifiuto attivo del male, non un’accettazione passiva. La pigrizia, l’indifferenza, la neutralità non trovano posto nella non-violenza, dato che alla violenza non dicono né si né no. La non-violenza si manifesta nell’impegnarsi a fondo».

Una via quindi già tracciata e da percorrere insieme, adesso e con coraggio, in un impegno collettivo per i diritti, la libertà e la dignità delle persone.