Sto continuando a incontrare per quanto possibile tutte le espressioni della vita consacrata presenti nella Diocesi di Milano. Da subito mi sono imbattuto in comunità di consacrate e consacrati dove il forte innalzamento dell’età è diventato una domanda precisa: quale “buona notizia” evangelica ci viene dalla crescente anzianità di tanti consacrati e consacrati presenti in Diocesi? Quale grazia mi è chiesto di scorgere, senza che l’allarmismo dei numeri e delle previsioni ci scoraggino inutilmente?
Presenze da tutto il mondo
Rispondo anzitutto notando che sono in aumento le sorelle e i fratelli giovani adulti, che provengono da diversi Paesi extraeuropei. Tanto che attualmente in Diocesi possiamo contare sulla presenza di almeno 500 consacrate e di non meno di 200 fratelli consacrati non italiani. E se per tutti vale l’appello a una formazione sempre più puntuale, sul presupposto di una più precisa conoscenza della nostra lingua e della nostra cultura, resta che proprio questa significativa e abbondante internazionalità ci sta aiutando a meglio confermare e autenticare la nostra Diocesi come «Chiesa dalle genti”»
E voglio anche ricordare, in questo mio pellegrinare, l’incontro periodico con la realtà di 250 monaci e monache, presenti nei 13 monasteri femminili e 4 monasteri maschili, oltre a tanti istituti secolari e di diverse associazioni di fedeli. In modo particolare voglio ricordare la ricchezza vocazionale di alcune nuove forme di vita consacrata, nelle quali la condizione propriamente laicale si coniuga con i voti di povertà, castità e obbedienza, vissuti in comunità ampie e articolate.
Rendere grazie
Giunge così decisivo l’invito, rivolto dall’Arcivescovo a tutti i consacrati e le consacrate della Diocesi, a celebrare il 5 febbraio alle 17.30 nel Duomo di Milano, la XXVIII Giornata mondiale della Vita consacrata (diretta su www.chiesadimilano.it e youtube.com/chiesadimilano). Un appuntamento annuale nel quale l’intera Chiesa ambrosiana vuole rendere grazie per il dono di tante e variegate espressioni di consacrazione, che continuano a trasmettere la bellezza della vocazione cristiana, nei tratti dell’umanità di Gesù casto, povero e obbediente; nella certezza della mèta ultima che ci attende in Lui, morto e risorto (vedi qui la locandina).
Ci metteremo in ascolto di quanto l’Arcivescovo ci vorrà consegnare: sia nell’incontro che precede con i Superiori e le Superiori maggiori che si sono segnalati (dalle 16 alle 17.15 presso la Sala conferenze della Curia arcivescovile), sia nella Messa in Duomo, a cui sono invitati anche famiglie e giovani in formazione o in ricerca vocazionale. Questo momento sarà inoltre l’occasione per riaffermare insieme che la vocazione alla vita consacrata non può venir meno nelle nostre comunità.
Nuove prospettive
In questa prospettiva mi permetto di sottolineare l’esigenza che ogni espressione di vita consacrata presente in Diocesi si confronti seriamente con alcuni significativi passaggi di carattere strutturale che stanno avvenendo gradualmente. Mi riferisco in modo particolare alla delicata e progressiva ricomposizione di più parrocchie nell’orizzonte della Comunità pastorale, oltre ai nuovi dinamismi di annuncio che stanno interessando tutti i Decanati grazie alle assemblee sinodali decanali. È importante che anche i consacrati, in ragione del proprio servizio, si lascino interpellare da questi passaggi: «È necessario – infatti – qualora fossero presenti comunità di consacrati/e, che si valorizzi l’apporto dei loro carismi (…), come contributo alla elaborazione di uno sguardo profetico sulla realtà e, se del caso, precisando l’apporto specifico che può essere da loro dato alle attività della Comunità pastorale» (Direttorio sulle Comunità pastorali, 2022).