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Documento

Il primato del Papa
nasce dal mistero eucaristico

Una catechesi sulla figura e sul ruolo del Pontefice, che illustra origini e significato del ministero petrino. A poco più di un mese da Family 2012, un testo che mira a rafforzare «in tutti la disposizione a un’accoglienza grata e cordiale del successore di Pietro»

di Mauro COLOMBO

23 Aprile 2012

Un documento che mira ad approfondire la «comprensione del ministero del Papa», con l’auspicio di rafforzare «in tutti la disposizione a un’accoglienza grata e cordiale del successore di Pietro» e l’evocazione, sintetizzata nel titolo, «di quanto sia determinante stare con Pietro per vivere l’esperienza salutare di stare con Gesù». Parliamo di Pietro e quelli con lui, catechesi sulla figura e sul ruolo del Papa curata da don Mario Antonelli, teologo e docente al Seminario di Seveso, collaboratore dell’Ufficio missionario diocesano e della Pastorale dei Migranti.

«All’origine di questo documento – spiega -, in vista dell’imminente visita di Benedetto XVI a Milano, c’è il desiderio vivo dell’Arcivescovo e del Consiglio episcopale di favorire nei fedeli ambrosiani una formazione capillare e corretta sulla figura del Papa e sul suo ministero nella Chiesa». «I primi destinatari sono i parroci – continua -, che in questo testo possono trovare uno strumento solido, per quanto chiaro nel linguaggio, per proporre a loro volta nelle loro comunità una catechesi appropriata nella prospettiva dell’arrivo del Papa».

Nella parte iniziale della catechesi si rileva come «anche tra quelli che oggi sono con Pietro non mancano obiezioni e fraintendimenti». Da una parte ci sono coloro ai quali, «nello scenario di tante democrazie, più o meno recenti, sembra pretesa esorbitante parlare di “sommo pontefice”, di “potestà suprema” o di “gerarchia”», finendo per concedere al Papa solo «lo status di opinion leader, riservando agli atti e alle parole del suo ministero una sorta di plauso selettivo… in base alla corrispondenza di quella “opinione” alle proprie convinzioni personali». Dall’altra ci sono quanti provano «una sorta di devozione che rischia di riservare al Papa un’indebita adulazione».

La riflessione rimanda poi all’insegnamento del Concilio, che «ha inteso raccogliere il senso profondo dell’autorità nella Chiesa attraverso l’espressione “comunione gerarchica”». Una comunione che ha «la sua origine “sacra”» nell’Eucaristia. «Nell’Eucaristia viene confidata al Papa quella potestas peculiare che corrisponde alla posizione voluta da Gesù per Pietro tra gli apostoli e nella Chiesa primitiva». Dunque, come ha scritto il cardinale Scola, la potestas petrina «sgorga direttamente dal mistero eucaristico».

Il testo contiene una serie di riferimenti neotestamentari al «rilievo preminente di Pietro nel gruppo dei Dodici e nella primitiva comunità apostolica». Oltre alla testimonianza singolare di Giovanni e Paolo, si citano in particolare «quattro parole principali» di Gesù: la chiamata a «pescatore di uomini», il compito di «confermare i fratelli», l’investitura pastorale in rapporto alla triplice professione di amore e il conferimento del primato nella funzione di «roccia» e nel servizio delle «chiavi». I Papi, successori di Pietro, perpetuano il suo servizio «di “confermare i fratelli nella fede”, di “pascere” l’intero gregge del Signore, di essere “roccia” per la Chiesa». Un triplice ufficio che si manifesta in «tre segni» ­- l’imposizione del pallio, la consegna dell’anello del pescatore e l’insediamento sulla cathedra – che aiutano a «irrobustire l’affetto filiale e fraterno per il Papa» e a «sentire con la Chiesa il valore singolare del suo ministero».

Attraverso ampie citazioni di Benedetto XVI vengono poi illustrate la «conferma dei fratelli nella fede autentica», la sollecitudine pastorale nei confronti del «gregge del Signore» e la guida della Chiesa nella sua missione «a favore di tutti gli uomini».

La catechesi si chiude con una citazione di don Primo Mazzolari, una «autentica dichiarazione d’amore» verso Pio XII: «Quanto don Primo Mazzolari diceva di Pio XII… lo diciamo, insieme alla Chiesa tutta, di Benedetto XVI».

«Pur non rinunciando al rigore teologico, questo testo è stato volutamente redatto con un linguaggio semplice e accessibile – precisa don Antonelli -. Il fedele vi si dovrebbe accostare con un atteggiamento di docilità, aperto a riconoscere idee e pregiudizi che non onorano la fede della Chiesa circa il ministero petrino, desideroso di comprendere il ruolo e il valore del Papa, disponendosi così a un’accoglienza di Benedetto XVI che sia davvero filiale e fraterna».