Ct 6,1-2; 8,13; Sal 44 (45); Rm 5,1-5; Gv 15,18-21
Dov’è andato il tuo amato, tu che sei bellissima tra le donne? Dove ha diretto i suoi passi il tuo amato, perché lo cerchiamo con te? L’amato mio è sceso nel suo giardino fra le aiuole di balsamo, a pascolare nei giardini e a cogliere gigli. (Ct 6,1-2)
Dov’è l’amato? L’amato è il mio pastore. Sembrava irraggiungibile, introvabile. Per questo mi sono lanciata in una corsa forsennata. Il mio amato è il pastore, che sta pascolando il gregge nel suo giardino. Egli è rivolto a me come a una pecorella del suo gregge. Dov’è il mio amato? Il mio amato è il pastore, che si è messo alla ricerca della sua pecorella. Dov’è? Il mio amato viene! La situazione si è ribaltata. Si è passati dall’immagine del mendicante all’immagine del pastore. Quel mendicante è il mio pastore. Quel mendicante che bussava, che implorava, che protestava, quel mendicante che mi ha contestato e poi è sparito, che mi ha messo in difficoltà e poi mi ha abbandonato, quel mendicante che ha rimesso in discussione tutto della mia vita cristiana e della mia Chiesa: ebbene, quel mendicante è il mio pastore. Il mendicante si è fatto pastore, il Signore si è fatto servo, Dio si è fatto uomo, il Creatore è diventato creatura, l’onnipotente è il crocifisso. Non v’è un altro Dio se non questo: colui che s’incarna, che ama, che dona la vita.
Preghiamo
Signore Gesù,
tu ci riveli l’amore che si offre interamente,
l’umiliazione che condivide la povertà,
la morte che dona la vita.
[“Appartenenti a questa via” – La sequela e il cammino verso la santità. Quaresima e Pasqua 2019 – Centro Ambrosiano]