At 7,48-57; Sal 26 (27); Ef 1,17-23; Gv 17,1b.20-26
Testardi e incirconcisi nel cuore e nelle orecchie, voi opponete sempre resistenza allo Spirito Santo. Come i vostri padri, così siete anche voi. Quale dei profeti i vostri padri non hanno perseguitato? Essi uccisero quelli che preannunciavano la venuta del Giusto, del quale voi ora siete diventati traditori e uccisori, voi che avete ricevuto la Legge mediante ordini dati dagli angeli e non l’avete osservata”. (At 7,51-53)
Il discorso di Stefano manifesta una duplice malattia spirituale: la durezza di cuore e la sordità. I suoi interlocutori hanno il cuore insensibile e le orecchie sorde. Fuori di metafora, gli accusatori di Stefano, in perfetta linea con i loro padri, stanno opponendo resistenza allo Spirito Santo per l’ennesima volta. Essi non resistono a Stefano, ma allo Spirito Santo: sta qui il loro vero dramma, tanto più grave quanto meno essi se ne avvedono. «Come i vostri padri, così anche voi»: in questa espressione v’è tutta la forza polemica del discorso; in essa cogliamo pure l’epilogo della sua rilettura biblica. Stefano ci invita a considerare come nella Bibbia alla storia della salvezza si intrecci sempre anche una storia del peccato. Ci offre una chiave ermeneutica di tutto ciò che nella Bibbia è scritto per la nostra istruzione, suggerisce un metodo per mettere in atto una lectio divina che non si limiti a essere un esercizio accademico, ma che porti decisamente al discernimento e alla conversione.
Preghiamo
Signore Gesù,
ci chiedi di riconoscere
anche nella storia del nostro peccato
una via per scoprire la grandezza della tua misericordia.
[“Appartenenti a questa via” – La sequela e il cammino verso la santità. Quaresima e Pasqua 2019 – Centro Ambrosiano]