Un cartello scritto a mano – nello studio di Einstein, all’Università di Princeton – avvertiva: «Non tutto ciò che può essere contato conta e non tutto ciò che conta può essere contato». Salvata la prudenza, concediamoci un gioco: riempire il “menù a tendina” della mappa www.8xmille.it
Regione: Lombardia. Diocesi: Milano. Ambito: tutti. Pagine: 76.
Per raccogliere le opere sostenute dall’8×1000 nella diocesi di Milano, servono ben 76 pagine web. E l’elenco non è neppure aggiornatissimo. Mancano quelle dell’ultimo anno e la lista difetta completamente dei microprogetti di carità che ciascun Vicario episcopale di Zona rinforza con questo speciale fondo. Ogni anno, per l’intera diocesi, circa una settantina a rotazione.
Un semplice divertissement conferma come lo slogan dei nuovi spot – «Il Paese dei Progetti Realizzati» – non sia una trovata pubblicitaria senza fondamento, bensì descriva una realtà facilmente verificabile. Domenica 19 maggio, Giornata Nazionale dell’8×1000, tutto ciò sarà oggetto di comunicazioni più puntuali in ogni parrocchia. La scadenza è dedicata alla conoscenza del bene fatto e alla trasparenza.
In questa stagione di dichiarazione dei redditi, poi, si scoprirà come una firma – gratuita – sul modello dell’Agenzia delle entrate, si trasformi in migliaia di progetti di carità, in Italia e nei Paesi in via di sviluppo; in opere di culto e pastorale per la popolazione italiana; in attività di evangelizzazione e conforto portata avanti dai circa 35 mila sacerdoti diocesani, di cui 600 missionari italiani nel mondo. Anche chi non è tenuto a presentare la propria dichiarazione fiscale – ma ha un qualsiasi reddito, seppur minimo – può comunque firmare una scheda sostitutiva per decidere a chi devolvere la propria quota di 8×1000. Il modulo si trova presso ciascuna parrocchia.
La prassi è ormai più che trentennale. Ma proprio per questo c’è il rischio che lo strumento sia considerato un dato acquisito, gestito da un ente senza volto, e che ciò concorra ad affievolire la coscienza e l’intraprendenza dei fedeli. Ecco perché è bene rimotivare le scelte, mostrandone i frutti.
Attraverso l’8×1000 la diocesi di Milano ha distribuito così, nel 2018, i fondi a essa spettanti: euro 7.072.040,94 per interventi caritativi; euro 7.337.936,79 per culto e pastorale (dettagli su www.chiesadimilano.it/sostegnochiesa). Per il sostegno di 2012 sacerdoti ambrosiani ha attinto, dall’8×1000, euro 16.702.924,80, pari al 50,2% del fabbisogno. La restante parte è stata coperta da parrocchie, stipendi e pensioni personali, patrimoni diocesani, erogazioni liberali.
Da tre decadi – con firma ripetuta, un “referendum” annuale senza pari – circa l’80% di questo gettito nazionale viene destinato alla Chiesa cattolica. È la certificazione della fiducia che i cittadini, non solo i credenti, hanno nei confronti di ciò che le comunità fanno per il bene comune. È noto, infatti, che lo Stato ricavi – dalle Chiese e dagli Enti ecclesiastici – dieci volte quello che investe tramite l’8×1000.
Ciò vale, si accennava, anche per i progetti caritativi nel mondo. Il giochino d’apertura – per conoscere le destinazioni missionarie dell’8×1000 – può essere ripetuto sulla home page di www.chiesacattolica.it . Anno: 2016-2019. Paese: tutti. Nazione: tutti. Settore: tutti. Totale progetti: 2140. Totale finanziamenti: 343.6 milioni. Un “aiuto a casa loro” che non ha bisogno di commenti.
Le parrocchie, allora, sono chiamate a far conoscere localmente quanto promosso con questi fondi; ad attrezzarsi per raccogliere la firma di chi non è tenuto a consegnare la dichiarazione dei redditi (cfr www.chiesadimilano.it/sostegnochiesa), magari in collaborazione con qualche sodalizio che congiuntamente raccoglie il 5×1000 per sé; a organizzare eventi di formazione sul sistema del Sovvenire.