ALL’INGRESSO
Di tutti, Signore, hai pietà,
nessuna respingi delle opere tue;
copri i peccati degli uomini fino a che si convertano,
perdoni perché sei il nostro Dio.
Vedi l’afflizione del tuo popolo
che è molto amara.
Ascoltaci, Padre che sei nei cieli,
Salvatore del mondo, perdonaci.
GENESI 25, 5-6. 8-11
Lettura del libro della Genesi
In quei giorni. Abramo diede tutti i suoi beni a Isacco. Invece ai figli delle concubine, che aveva avuto, Abramo fece doni e, mentre era ancora in vita, li licenziò, mandandoli lontano da Isacco suo figlio, verso il levante, nella regione orientale. Poi Abramo spirò e morì in felice canizie, vecchio e sazio di giorni, e si riunì ai suoi antenati. Lo seppellirono i suoi figli, Isacco e Ismaele, nella caverna di Macpela, nel campo di Efron, figlio di Socar, l’Ittita, di fronte a Mamre. È appunto il campo che Abramo aveva comprato dagli Ittiti: ivi furono sepolti Abramo e sua moglie Sara. Dopo la morte di Abramo, Dio benedisse il figlio di lui Isacco e Isacco abitò presso il pozzo di Lacai-Roì.
SALMO Sal 118 (119), 81-88
Mostrami, Signore, la luce del tuo volto.
Mi consumo nell’attesa della tua salvezza,
spero nella tua parola.
Si consumano i miei occhi per la tua promessa,
dicendo: «Quando mi darai conforto?». R
Io sono come un otre esposto al fumo,
non dimentico i tuoi decreti.
Quanti saranno i giorni del tuo servo?
Quando terrai il giudizio contro i miei persecutori? R
Mi hanno scavato fosse gli orgogliosi,
che non seguono la tua legge.
Fedeli sono tutti i tuoi comandi.
A torto mi perseguitano: vieni in mio aiuto! R
Per poco non mi hanno fatto sparire dalla terra,
ma io non ho abbandonato i tuoi precetti.
Secondo il tuo amore fammi vivere
e osserverò l’insegnamento della tua bocca. R
PROVERBI 12, 17-22
Lettura del libro dei Proverbi
Figlio mio, chi dice la verità proclama la giustizia, chi testimonia il falso favorisce l’inganno. C’è chi chiacchierando è come una spada tagliente, ma la lingua dei saggi risana. Il labbro veritiero resta saldo per sempre, quello bugiardo per un istante solo. L’inganno è nel cuore di chi trama il male, la gioia invece è di chi promuove la pace. Al giusto non può accadere alcun male, i malvagi invece sono pieni di guai. Le labbra bugiarde sono un obbrobrio per il Signore: egli si compiace di chiunque fa la verità.
VANGELO Mt 6, 25-34
✠ Lettura del Vangelo secondo Matteo
In quel tempo. Il Signore Gesù diceva ai suoi discepoli: «Io vi dico: non preoccupatevi per la vostra vita, di quello che mangerete o berrete, né per il vostro corpo, di quello che indosserete; la vita non vale forse più del cibo e il corpo più del vestito? Guardate gli uccelli del cielo: non séminano e non mietono, né raccolgono nei granai; eppure il Padre vostro celeste li nutre. Non valete forse più di loro? E chi di voi, per quanto si preoccupi, può allungare anche di poco la propria vita? E per il vestito, perché vi preoccupate? Osservate come crescono i gigli del campo: non faticano e non filano. Eppure io vi dico che neanche Salomone, con tutta la sua gloria, vestiva come uno di loro. Ora, se Dio veste così l’erba del campo, che oggi c’è e domani si getta nel forno, non farà molto di più per voi, gente di poca fede? Non preoccupatevi dunque dicendo: “Che cosa mangeremo? Che cosa berremo? Che cosa indosseremo?”. Di tutte queste cose vanno in cerca i pagani. Il Padre vostro celeste, infatti, sa che ne avete bisogno. Cercate invece, anzitutto, il regno di Dio e la sua giustizia, e tutte queste cose vi saranno date in aggiunta. Non preoccupatevi dunque del domani, perché il domani si preoccuperà di se stesso. A ciascun giorno basta la sua pena».
DOPO IL VANGELO
Rallegra, o Signore, la vita del tuo servo
perché a te innalzo l’anima mia.
Tu sei buono, Signore, e perdoni,
tu sei largo di misericordia con chi ti invoca.
ALLO SPEZZARE DEL PANE
In te spereranno tutte le vite, Signore, e diranno:
Presto avrà pietà di noi il nostro Dio.
Perché il Signore ha parlato, dicendo:
Farò più festa per un peccatore pentito
che per novantanove giusti,
a cui pentirsi non serve».
ALLA COMUNIONE
Non scordarti di noi miseri, Signore, sino alla fine
perché a te si abbandona il derelitto
e all’orfano tu solo doni aiuto.
La supplica dei poveri tu ascolti
e la tua destra sostiene il loro cuore.