At 14,1-7.21-27; Sal 144 (145); 1Cor 15,29-34b; Gv 7,32-36
Designarono quindi per loro in ogni Chiesa alcuni anziani e, dopo avere pregato e digiunato, li affidarono al Signore, nel quale avevano creduto. (At 14,23)
Emerge un quadro della comunità cristiana di Derbe forse a noi poco noto. Si intravede, nella decisione di Paolo e Barnaba di designare alcuni «anziani», quella articolazione della Chiesa in vari ministeri che troverà conferma nel corso dei primi decenni. Questi «presbiteri» sono affidati al Signore, nella certezza che solo da lui dipende la fecondità del loro servizio, ma pure la vita stessa della comunità. La preghiera e il digiuno indicano le modalità solite con cui nella comunità si riafferma il primato di Dio. Non è una delega; è un mandato accolto in spirito di corresponsabilità. È bello pensare che la Chiesa viva di queste diversità capaci di concorrerà all’unità. Uno dei miracoli dello Spirito consiste proprio nel tenere unita una comunità e nel farla crescere valorizzando il contributo di ciascuno e creando un clima di vera corresponsabilità. È la sfida che anche oggi dobbiamo raccogliere, sentendoci tutti chiamati a rendere le nostre comunità cristiane sempre più Chiesa, in uno stile di vero servizio, con sentimenti di viva fraternità e con l’impegno comune a capire le esigenze di questo momento storico.
Preghiamo
Signore Gesù,
rendici pronti alla corresponsabilità nella Chiesa.
Apri i nostri cuori alla tua grazia
perché possiamo essere autentici tuoi testimoni.
[“Appartenenti a questa via” – La sequela e il cammino verso la santità. Quaresima e Pasqua 2019 – Centro Ambrosiano]