At 13,44-52; Sal 41 (42); Gv 7,25-31
I discepoli erano pieni di gioia e di Spirito Santo. (At 13,52)
La gioia fa parte di quella promessa che Dio fece ad Abramo. L’effusione dello Spirito Santo, che dà compimento all’antica promessa, porta con sé, insieme con gli altri suoi frutti, anche la gioia. Il vangelo di Luca è come attraversato dal motivo costante della gioia. L’incontro con la salvezza, il riconoscimento della bontà di Dio e della sua fedeltà nell’amore, l’intuizione del suo disegno di grazia sono le ragioni dell’esultanza dei credenti. Nel corso del suo ministero Gesù stesso rivolgerà al Padre una preghiera di lode «esultando nello Spirito Santo» (Lc 10,21). Egli parlerà alle folle della gioia che Dio prova nel perdonare ogni uomo che si rivolge a lui con cuore contrito (Lc 15,7.10) e racconterà la gioia del peccatore che si sente accolto e perdonato dal Messia salvatore (Lc 19,6). Il Libro degli Atti racconta invece la gioia dei primi credenti, l’esultanza e la felicità dell’incontro con la Parola di Dio, con i testimoni del risorto, con il vangelo della grazia, con i segni della redenzione. La gioia è dunque un contrassegno della fede cristiana, una caratteristica di quanti vivono insieme nel nome del Signore Gesù Cristo.
Preghiamo
Signore Gesù,
tu non smetti di rivelarti a noi
e ci chiedi di aderire a te con tutto il cuore.
Donaci la grazia di rispondere con gioia
alla tua chiamata.
[“Appartenenti a questa via” – La sequela e il cammino verso la santità. Quaresima e Pasqua 2019 – Centro Ambrosiano]