San Mattia, apostolo
At 1,15-26; Sal 112 (113); Ef 1,3-14; Mt 19,27-29
Bisogna dunque che, tra coloro che sono stati con noi per tutto il tempo nel quale il Signore Gesù ha vissuto fra noi, cominciando dal battesimo di Giovanni fino al giorno in cui è stato di mezzo a noi assunto in cielo, uno divenga testimone, insieme a noi, della sua risurrezione. (At 1,21-22)
Perché gli apostoli devono tornare ad essere dodici? Potremmo rispondere ponendo un’ulteriore domanda: perché Gesù decise di scegliere i dodici apostoli? Perché creò il gruppo degli apostoli? E perché proprio dodici? Si intuisce che la ragione è legata alla realtà di Israele: dodici le tribù, dodici gli apostoli. Ma si vuol forse dire che costituendo i Dodici Gesù intendeva sostituirli a Israele? Sicuramente no. Non vi è affatto qui l’idea di un nuovo Israele che soppianta l’antico. Al contrario: i Dodici vengono costituiti proprio per essere i testimoni del Cristo a favore di Israele. Sia nel tempo del Gesù terreno, sia nel tempo del Gesù glorificato, Israele rimane e sempre rimarrà il primo destinatario della parola di salvezza. Grazie ai Dodici, al loro numero simbolico e alla loro azione missionaria, Israele potrà riconoscere nel vangelo una realtà di grazia che si pone in continuità con la sua storia e che la porta al suo pieno compimento. C’è infatti un disegno di salvezza che ha preso avvio con Abramo ed è culminato nel Messia Gesù. Israele e Gesù sono inseparabili.
Preghiamo
Signore Gesù, nella testimonianza apostolica
tu ci offri il fondamento della nostra fede.
Fa’ che torniamo continuamente a tale dono
per trasmettere il dono della fede a coloro che sono assetati di te.
[“Appartenenti a questa via” – La sequela e il cammino verso la santità. Quaresima e Pasqua 2019 – Centro Ambrosiano]