At 5,34-42; Sal 26 (27); Gv 5,31-47
«Se infatti questo piano o quest’opera fosse di origine umana, verrebbe distrutta; ma, se viene da Dio, non riuscirete a distruggerli. Non vi accada di trovarvi addirittura a combattere contro Dio!» (At 5,38-39)
Il criterio evocato da Gamaliele oppone un’opera di origine umana e l’opera di Dio. Le due cose non sono sullo stesso piano: un conto, infatti, è qualcosa proveniente dall’iniziativa umana, un conto ciò che opera Dio. Che cosa permette di verificare il principio evocato dal saggio israelita? È lo stesso racconto: esso mostra, proprio narrando quanto compiono i discepoli di Gesù, che la loro opera proviene da Dio. Non bisogna dimenticare che il racconto rappresenta solo un segmento. La corsa della Parola continua fino a noi e ci raggiunge. L’annuncio della morte e della risurrezione di Gesù tocca i nostri cuori, rendendoci contemporanei di Gesù e della generazione apostolica. Siamo chiamati a riscoprire, rivivere e attualizzare il modo di vedere, giudicare e agire degli apostoli, dei primi evangelizzatori e dei primi discepoli; i loro atteggiamenti e le loro scelte, il loro amore per il Signore Gesù, la loro obbedienza al Padre, la loro docilità allo Spirito santo, la loro costante attenzione alla Parola, la loro interiore rigenerazione, la carità creativa verso i fratelli, lo slancio missionario.
Preghiamo
Padre, apri il nostro cuore
per comprendere il mistero del Figlio tuo
che si rivela a noi per mezzo della Sacra Scrittura.
Illumina la nostra mente perché possiamo ascoltare
e mettere in pratica la Parola di vita.
[“Appartenenti a questa via” – La sequela e il cammino verso la santità. Quaresima e Pasqua 2019 – Centro Ambrosiano]