At 5,27-33; Sal 33 (34); Gv 5,19-30
Il sommo sacerdote interrogò [gli apostoli] dicendo: «Non vi avevamo espressamente proibito di insegnare in questo nome? Ed ecco, avete riempito Gerusalemme del vostro insegnamento e volete far ricadere su di noi il sangue di quest’uomo». (At 5,27-28)
La testimonianza degli apostoli non ha solo la forma della predicazione ma anche quella dell’insegnamento. La predicazione è rivolta a chi ancora non conosce il Signore e coincide con l’annuncio missionario; l’insegnamento è invece destinato ai battezzati e mira a renderli sempre più consapevoli della ricchezza del mistero di Cristo e della bellezza dell’esistenza cristiana. Se ci chiedessimo in che modo oggi sia possibile ascoltare l’insegnamento degli apostoli, verrebbe spontaneo rispondere: accogliendo la parola di coloro che degli apostoli sono i successori, vale a dire i vescovi e, in un ruolo preminente, il Papa. Questo è indubbiamente vero, ma c’è qualcosa che deve essere affermato ancora prima. La parola degli apostoli si è infatti fissata nelle sacre Scritture, in particolare nel Nuovo Testamento. I quattro Vangeli e le lettere apostoliche sono per noi l’insegnamento degli apostoli trasformato in libro ispirato, memoria scritta della testimonianza coloro che stettero con Gesù e poi raccontarono il suo mistero di salvezza ai loro fratelli.
Preghiamo
Donaci, Signore,
di capire che l’ascolto della tua Parola
ci apre la porta della vita eterna,
quella vita che noi desideriamo
ma che solo tu puoi donarci.
[“Appartenenti a questa via” – La sequela e il cammino verso la santità. Quaresima e Pasqua 2019 – Centro Ambrosiano]