Avvicinandosi la Pasqua cristiana (21 aprile), la Scuola della Cattedrale, presieduta da mons. Gianantonio Borgonovo, Arciprete del Duomo di Milano, propone una profonda riflessione teologica prendendo spunto dalla pubblicazione del primo volume del Dizionario Teologico degli scritti di Qumran (Paideia, 2019).
Il volume che inaugura questa singolarissima “biblioteca” nel deserto è il primo dei sette di cui l’opera si compone, la cui pubblicazione è prevista con scadenza annuale. L’obiettivo di questa singolare “impresa” è quello di offrire una risposta adeguata ai molti temi trattati in questi manoscritti che spaziano ben oltre i testi biblici.
Soprattutto le 11 grotte del wadi che sta a monte dell’antico insediamento oggi chiamato Khirbet Qumran, situato sulla sponda nord-occidentale del Mar Morto, ci hanno ridonato tra il 1947 e il 1951 un vero e proprio “tesoro” di manoscritti, databili dal 200 a.C. sino al 70 d.C.: migliaia di piccoli frammenti e più di 900 testi ampi, scritti in ebraico, aramaico e greco, su pergamena e su papiro. Il più lungo rotolo biblico e il meglio conservato è il Rotolo di Isaia (1QIsA) che, srotolato, raggiunge la lunghezza di 7,35m; il più lungo in assoluto è il Rotolo del Tempio (8,75m).
Qumran ha ancora molti problemi non definitivamente risolti: chi e quando ha costruito l’edificio centrale, chi erano coloro che vi abitavano, c’è un legame diretto con gli Esseni, da dove provengono i manoscritti, perché furono messi nelle grotte. In Terra d’Israele, Qumran è stata la scoperta archeologica che più ha saputo gettare un decisivo fascio di luce sulla storia del Giudaismo, del Cristianesimo delle origini e dei loro profondi e indelebili intrecci.
Oggigiorno, quegli antichi manoscritti sono conservati in parte nel Museo d’Israele e nel Museo Rockefeller di Gerusalemme, altri ad Amman e alla Biblioteca Nazionale di Parigi.
«Il Dizionario Teologico degli scritti di Qumran ha per obiettivo di contribuire in misura sostanziale alla conoscenza e allo studio della letteratura di Qumran. Vengono passati in rassegna nella loro specificità tutti gli scritti rinvenuti nelle grotte del Mar Morto e nel Deserto di Giuda. Grazie a Qumran è possibile accedere a nuove concezioni teologiche: figure bibliche specifiche (Melchisedek, Mosè, Aronne, Sadoq, Levi) vengono associate a nuove concezioni, le quali mettono in grado di riconsiderare da nuove prospettive molti ambiti problematici relativi a giudaismo e Nuovo Testamento».
L’evento, introdotto e coordinato da Armando Torno, si terrà lunedì 8 aprile 2019 alle ore 18.30 presso la Chiesa di San Gottardo in Corte (Via Pecorari, 2 – Milano), e vedrà la partecipazione di mons. Gianantonio Borgonovo, di Corrado Martone, professore di Lingua e letteratura ebraica presso l’Università degli Studi di Torino, e di Marco Scarpat, responsabile editoriale della casa editrice Paideia.
Ingresso libero con prenotazione, fino ad esaurimento posti, a partire dalle ore 18.00
Scuola della Cattedrale: Piazza Duomo, 14 – 20122 Milano,
Tel. 02 36169314 scuoladellacattedrale@duomomilano.it www.duomomilano.it