«Credo che vi siano tanti segnali di speranza nella nostra società che pure spesso è attraversata dalla paura, come dice giustamente l’Arcivescovo nel Discorso alla Città. Cito solo l’ultimo esempio di cui ho fatto esperienza: qualche giorno fa i ragazzi di due scuole del territorio di Varese hanno scelto loro stessi di ospitare, nell’ambito dell’assemblea di istituto, la terza figlia del giudice Paolo Borsellino, Fiammetta. C’è negli adolescenti tanta voglia di positività, di speranza, di ascoltare persone che possono offrire qualcosa per farli crescere con una formazione solida che consenta loro di avere una funzione sociale quando saranno adulti e dovranno assumersi delle responsabilità». A dire così è Salvatore Pasquariello, prefetto di Varese, da tempo impegnato in prima linea sul fronte di una proficua e significativa attività di promozione di alleanze educative tra diverse realtà e associazioni.
Lei ha promosso la stipula di un protocollo d’intesa siglato il 27 giugno. Di cosa si tratta?
È un protocollo volto a promuovere la legalità, la prevenzione del disagio minorile con il contrasto a fenomeni legati a diverse forme di dipendenza, come quella dalle droghe, dall’alcool, dal gioco d’azzardo, senza dimenticare la lotta al bullismo e al cyberbullismo. A sottoscrivere l’intesa sono stati la Prefettura, la Provincia, la Camera di Commercio, strutture sanitarie come l’Agenzia di tutela della salute dell’Insubria e le due aziende sociosanitarie territoriali, la Sette Laghi e la Valle Olona, la Regione Lombardia con gli assessorati Solidarietà, Disabilità e Pari opportunità e Sport e Giovani, la società pubblica Sport e Salute del Coni e il Centro Servizi del volontariato. Fondamentali – come secondo pilastro del protocollo – anche l’Ufficio scolastico territoriale e tre atenei: l’Università dell’Insubria, la Liuc e la Cattolica.
Anche i sindaci del territorio sono stati coinvolti?
Certamente, abbiamo coinvolto i 10 ambiti territoriali sociali e dunque possiamo contare sulla rappresentanza dei 136 Comuni della provincia. Voglio anche sottolineare la partecipazione dell’Arcidiocesi di Milano e della Diocesi di Como, coinvolte perché siamo assolutamente convinti dell’importante funzione sociale ed educativa degli oratori, come riconosciuto anche da una legge regionale.
Avete già elaborato progetti e iniziative concrete?
Il 13 novembre abbiamo tenuto una specifica riunione della Conferenza provinciale permanente, all’interno della quale l’Agenzia di tutela della salute dell’Insubria ha illustrato i cinque progetti finanziati dalla Regione Lombardia per la provincia di Varese, che saranno attuati in due anni; sono dedicati, con altrettanti enti capofila, alla fascia giovanile e al contrasto del disagio. Oltre al protocollo operativo per la gestione dei casi di violenza di genere nella scuola, nella stessa occasione sono state presentate dall’Ufficio Scolastico Territoriale le iniziative del Patentino e del Brevetto digitale, che costituiscono un importante strumento di educazione all’uso degli smartphone e di internet. Il Patentino non sarà una limitazione all’utilizzo del web, ma una certificazione di consapevolezza per i giovani, con il duplice obiettivo di educare questi ultimi a un suo utilizzo moderato e di contrastare fenomeni di devianza attraverso la diffusione delle necessarie competenze, la sensibilizzazione sui rischi del suo uso scorretto e la promozione della responsabilità e della legalità. Inoltre, si è ulteriormente allargata ad altri Comuni l’iniziativa dell’Associazione «Ragazzi on the road».
Di che cosa si tratta?
I ragazzi hanno l’opportunità di vivere esperienze di solidarietà e gratuità, perché riteniamo utilissimo il volontariato come elemento di educazione alla legalità e all’inclusione sociale. Per esempio vengono invitati a trascorrere un fine settimana con le forze di polizia e del soccorso, impegnandosi su un’ambulanza, assistendo agli interventi dei Vigili del fuoco e delle polizie locali, proprio per rendersi conto della loro attività. Abbiamo riscontrato che molti giovani cambiano opinione, rispetto magari a iniziali pregiudizi, diventando loro stessi aspiranti a questo tipo di lavoro.
E il progetto «Carpe diem»?
È una iniziativa della Prefettura finalizzata a fornire supporto e interventi psico-pedagogici sia a minori e giovani con problematiche di dipendenza, sia ai loro genitori, con la collaborazione dello psicologo dottor Simone Feder.