Un gigante tecnologico di enorme complessità: 15.800 canne, di cui la più alta misura oltre 9 metri e la più piccola pochi centimetri; 180 registri, 5 Corpi d’Organo, 5 consolles, 3025 combinazioni sonore. Questo è l’organo del Duomo, il più grande organo d’Italia, secondo in Europa e tra i primi 15 del mondo.
Insomma, un gioiello, ma polveri (specie quelle marmoree per gli interventi operati in questi anni all’interno della Cattedrale), ossidazioni e altri fattori di degrado ne minacciano il futuro. E allora via ai restauri, come è stato annunciato in un’affollata conferenza stampa convocata proprio dentro il Duomo, dove sono risuonate maestose note di Bach. Con un intervento previsto da qui al 2021, e un costo che supererà un milione di euro, il restauro della grande macchina si preannuncia difficile, per la struttura meccanica e artistica dell’organo.
L’attuale strumento è datato 1938, ma la formidabile “astronave” di note del Duomo comprende elementi che arrivano a sfiorare il XVI secolo. Un autentico scrigno anche di meraviglie e di tesori d’arte come le raffinate ante, costituite da grandi tele raffiguranti episodi tratti dall’Antico e dal Nuovo Testamento, realizzate tra il XVI ed il XVII secolo e opera di artisti quali, tra gli altri, Giuseppe Meda e Camillo Procaccini.
Per sostenere il restauro nasce allora “15.800 note per il Duomo di Milano” con cui la Veneranda Fabbrica lancia una campagna di raccolta fondi. «L’Organo del Duomo di Milano è l’organo più grande d’Italia per numero di canne e di registri – ha sottolineato Fedele Confalonieri, presidente della Veneranda Fabbrica -. Ma la sua grandezza risiede soprattutto nel valore artistico e nell’inconfondibile timbro che lo rendono uno strumento unico al mondo. Con la campagna di raccolta fondi tutti potranno partecipare con una semplice donazione».
«Condividere questo importante progetto è per me motivo di gioia – ha confessato l’arciprete monsignor Gianantonio Borgonovo -. Risale, infatti, al 1395 la prima menzione di un organo a proposito dell’erigendo Duomo di Milano: la voce di questo strumento ne segna, quindi, la vita fin dalle origini. Come fonte viva, le sonorità dell’Organo della Cattedrale riecheggiano e alimentano la nostra fede ambrosiana, accompagnando quella liturgia che è cibo e nutrimento del nostro vivere il Duomo».
Presenti Stefano Bruno Galli, assessore all’Autonomia e Cultura di Regione Lombardia, e l’assessore alla Cultura del Comune di Milano Filippo Del Corno – entrambi convinti sostenitori dell’iniziativa -, hanno preso la parola anche l’organista titolare, il maestro Emanuele Carlo Vianelli (che ha definito necessario e inevitabile il restauro), il direttore dei Cantieri del Duomo Francesco Canali e Diana Bracco, presidente della Fondazione omonima che, per prima, ha risposto all’appello della Fabbrica, entrando così nel gruppo dei grandi mecenati della Cattedrale con un contributo di 50 mila euro.