«L’opera dell’evangelizzazione suppone nell’evangelizzatore un amore fraterno sempre crescente verso coloro che egli evangelizza. L’apostolo Paolo, modello di ogni evangelizzatore, scriveva ai Tessalonicesi queste parole, che sono un programma per tutti noi: “Così affezionati a voi, avremmo desiderato darvi non solo il Vangelo di Dio, ma la nostra stessa vita, perché ci siete diventati cari”. Quale è questa affezione? Ben più di quella di un pedagogo, essa è quella di un padre; e ancor più: quella di una madre. Il Signore attende da ciascun predicatore del Vangelo e da ogni costruttore della Chiesa tale affezione. Un segno d’amore sarà la cura di donare la verità e di introdurre nell’unità. Un segno d’amore sarà parimente dedicarsi senza riserve, né sotterfugi all’annuncio di Gesù Cristo» (Evangelii Nuntiandi, 79). Il Sabato Santo è tempo del silenzio. Possiamo guardare a tutte i limiti che il nostro annuncio mostra. Eppure i nostri fallimenti non sembrano l’ultima parola. Il Signore ci attende, anche in questo silenzio.
Preghiamo
Anima mia, se mai ti accadrà di soffrire crudeltà,
tristezza, dolori, pene, alza a lui il tuo sguardo.
Osserva la corona di spine, i chiodi di ferro,
la lancia del costato,
quel volto divino velato di sangue e riprendi coraggio.
Egli ti ama, ti guarda e ti ha riscattata,
cammina con lui e vivi per lui.
Ammira, ringrazia, ama, loda e adora.
(San Bonaventura)
[“Appartenenti a questa via” – La sequela e il cammino verso la santità. Quaresima e Pasqua 2019 – Centro Ambrosiano]