Lui, lei, l’amante e la suocera. Un colpo di fortuna, il nuovo film di Woody Allen sembra una barzelletta e forse lo è. Lontano dall’amata Manhattan, il regista si trova in esilio Parigi (è stato “cancellato” dalle produzioni americane per via di vecchie polemiche riemerse sul suo conto). La città dell’amore è quella in cui il suo personaggio in Mariti e mogli desiderava andare a vivere, ma anche quella di Midnight in Paris, uno dei suoi film più amati e riusciti tra quelli di produzione “recente”.
Il regista riesce a mantenere la migliore verve anche nella sua prima opera recitata in francese. L’idea è di costruire la sceneggiatura proprio come se fosse una storiella umoristica con il colpo più forte proprio sul finale (con applausi a scena aperta nella prima alla Mostra del Cinema di Venezia). Dentro però c’è l’attesa passerella di tipi umani che ci si attende da Allen. Fanny e Jean sono una coppia apparentemente perfetta: hanno soldi, cultura e fascino. Quando ritorna nella loro vita Alain, un ex compagno di liceo di lei, l’equilibrio di coppia subisce uno scossone. Tra paranoie, esasperazioni, denaro, razionalità e sentimenti, Un colpo di fortuna appartiene al filone Alleniano che riflette su ciò che governa l’esistenza. Lo fa con dialoghi stimolanti in una trama già vista, ma non importa, la soddisfazione finale sarà tale da renderlo una visione natalizia che coniuga perfettamente intelligenza e intrattenimento.
Un cinema di questo tipo, fatto con semplicità, con grande arguzia ed energia, nonostante gli 88 anni del regista, è da considerare come una specie in estinzione. Si può parlare di coppie e fragilità così: rimbalzando tra una battuta e l’altra, un equivoco e una mossa del caso. Woody Allen ha ancora tanto da dire sulle emozioni che ritornano all’improvviso e sulle persone in balia di esse, sul destino e sulla fortuna. Che riesca a farlo così bene, dopo mesi in cui la sua carriera è sembrata al capolinea, è Un colpo di fortuna per lo spettatore che vale la pena prendere al volo.