Es 17,1-11a; Sal 35 (36); 1Ts 5,1-11; Gv 9,1-38b
Gesù seppe che l’avevano cacciato fuori; quando lo trovò, gli disse: «Tu, credi nel Figlio dell’uomo?». (Gv 9,35)
Non è sempre semplice stare dietro a Gesù, c’è il rischio di non essere ascoltato fino in fondo, di non essere capito, di essere messo in disparte perfino dai propri cari, dai propri genitori o dai propri figli. C’è anche il rischio, a un certo punto, di riscoprirsi ciechi, di non saper riconoscere il Signore: non è un caso che il brano inizi con un cieco che vede e termini con dei presunti vedenti che in realtà restano ciechi e rifiutano di credere. Gesù, però, non smette di farsi vicino e ancora ti chiede: «Tu credi in me?». È una domanda retorica, che suppone una risposta positiva. Ma è anche una domanda misteriosa, che mette in gioco la tua libertà e la tua fede in Lui. Chiediamo il coraggio, pur in mezzo a difficoltà e incomprensioni, di rispondere come il cieco risanato: «Io credo, Signore!».
Preghiamo
Quanto è prezioso il tuo amore, o Dio!
Si rifugiano gli uomini all’ombra delle tue ali,
si saziano dell’abbondanza della tua casa:
tu li disseti al torrente delle tue delizie.
È in te la sorgente della vita,
alla tua luce vediamo la luce.
(Sal 35,8-10)
Impegno settimanale
Trovo il modo di condividere la mia fede nel Signore Gesù con una persona che incontro nell’ordinarietà delle mie giornate.
[“Appartenenti a questa via” – La sequela e il cammino verso la santità. Quaresima e Pasqua 2019 – Centro Ambrosiano]