Don Carlo Gnocchi, il sacerdote dei “mutilatini” sarà presto beato. Con un decreto pubblicato sabato 17 gennaio dalla Congregazione per le Cause dei Santi, Benedetto XVI ha infatti riconosciuto un miracolo attribuito alla intercessione di don Gnocchi, prete e fondatore dell’opera “Pro Juventute”. Nato a San Colombano al Lambro il 25 ottobre 1902, don Gnocchi si spense a Milano a 54 anni dopo una lunga sofferenza: morendo fece dono delle sue cornee a due giovani ciechi. Cappellano militare degli alpini durante la seconda guerra mondiale, si adoperò per alleviare le piaghe di sofferenza e di miseria provocate dal conflitto. A guerra finita, Don Gnocchi sentì come suo dovere di accorrere in aiuto di quella parte dell’infanzia che era stata colpita più duramente. Rivolse dapprima la sua opera assistenziale agli orfani degli alpini, ospitandoli nell’Istituto Arosio; successivamente dedicò le sue cure ai mutilatini e ai piccoli invalidi di guerra e civili, fondando per essi una vastissima rete di collegi in molte città d’Italia; infine, aprì le porte di modernissimi Centri di rieducazione ai bambini affetti di poliomelite.
Sulla sua tomba
Sabato 24 gennaio, alle 11, delegazioni di tutti i Centri della Fondazione (presente in nove regioni, dalla Lombardia al Piemonte, dalla Liguria al Lazio, dalla Toscana alla Basilicata) si ritroveranno alla tomba di don Carlo, presso il Centro “S. Maria Nascente” di Milano (via Capecelatro 66), per un momento comunitario di raccoglimento e riflessione a cui parteciperà anche monsignor Giovanni Barbareschi, esecutore testamentario di don Gnocchi.