Premessa
Il 26 maggio prossimo saremo chiamati a votare e questa volta si tratterà di scegliere chi ci rappresenterà in Europa. Come Chiesa sentiamo che questo appuntamento può diventare una fruttuosa occasione per essere “autorizzati a pensare” alle molteplici questioni che si incrociano ogni volta che si affronta la questione “Europa”.
Alcuni possibili approcci
Di seguito elenchiamo – solo per dare un’idea – alcuni approcci possibili per costruire una o più riflessioni sull’Europa
- l’approccio storico-politico: l’Europa come grande avventura di unità e solidarietà tra i popoli e come garanzia contro la guerra. Questo primo sguardo rilegge la storia recente recupera gli ideali che hanno portato a immaginare l’unione degli Stati europei. È una storia che nasce sulle ceneri del secondo conflitto mondiale e ha come primo, ma non unico obiettivo, quello di evitare conflitti armati tra gli Stati. Una storia dove si possono scorgere i reciproci interessi economici. Però, non si deve mai dare per ovvia l’identità europea, pena la sua sconfitta.
- l’approccio istituzionale: l’Unione Europea non è certo solo da cogliere come burocrazia ma anche difesa dei diritti (niente pena di morte; integrazione delle diversità e anche delle religioni nel primato della coscienza, ma anche nel dialogo reciproco), protezione dai grandi monopoli etc. Si tratta di riflettere sul valore dell’istituzione Europa. Questo approccio porta con sé almeno due “discorsi”:
– Un discorso sul metodo di rapporto tra gli Stati (metodo inclusivo e cooperazione invece che egemonie e imposizioni; capacità di governo della globalizzazione senza subalternità ai mercati).
– Un discorso sul modello sociale (integrazione dei perdenti e lotta alle diseguaglianze; rapporti di mediazione articolata tra i gruppi e i mondi sociali, invece che individualismo anglosassone o “collettivismo” asiatico; mediazione tra esigenze della crescita economica e esigenze della coesione sociale).
- l’approccio ecumenico: sollecitato ad esempio dagli interventi di Giovanni Paolo II. Tra le chiese cristiane c’è un dialogo vivo, ancor più prezioso in un momento in cui avvengono drammatiche scissioni (Patriarcato- Chiesa Ortodossa Russa) o tendenze alla separazione (Brexit). Questo importante lavoro andrebbe valorizzato e fatto conoscere anche in prospettiva, appunto, europea, e soprattutto allargato il più possibile a dialogo di popolo e di giovani.
- l’approccio “civile” o della “cittadinanza”: siamo già oggi cittadini europei (ci sentiamo tali?) e il nostro benessere può essere accresciuto in chiave relazionale? Si tratta di mostrare le paure e le potenzialità del dialogo tra popoli europei. Quale concezione della persona quando si parla di sicurezza o coesione?
- l’approccio attraverso il linguaggio dell’immagine e della letteratura: ovvero la possibilità d’introdursi nel tema con un piccolo filmato, un brano di letteratura o con un’immagine. È lasciare che le arti evochino contenuti e attivino riflessioni.
- l’approccio “geografico”: quando si parla di Europa che territorio s’immagina? Geografia è anche indice di culture diverse da riconoscere e mettere in dialogo. L’Europa è una necessità civile e umana, ma non è un dato di fatto: non ha evidenti basi comuni di lingua, storia, cultura, identità, mentre sta insieme solo se si accorda su un progetto condiviso per il futuro.
- l’approccio ecclesiale e magisteriale: è una ricognizione sugli interventi dei Pontefici, in particolare da Paolo VI in avanti, in merito all’Europa. A tal proposito può essere utile recuperare anche alcune parole dei Vescovi ambrosiani. Inoltre, potrebbe essere interessante rileggere l’esperienza dei benedettini (ripresa esplicitamente anche da Giovanni Paolo II nel documento Ecclesia in Europa al n. 37) e di altri movimenti religiosi che hanno favorito una cultura europea.
Modalità pratiche per organizzare incontri e riflessioni
Il Servizio Diocesano della Pastorale Sociale e il Lavoro si rende disponibile per aiutare coloro che volessero organizzare momenti di riflessione. In base ai tipi di approccio che si desidera approfondire, creeranno contatti con i membri della Commissione diocesana per il Bene comune; docenti competenti in materia e persone che sono in grado di offrire spunti per riflettere insieme sul valore dell’Europa.
Si può scrivere a sociale@diocesi.milano.it oppure telefonare in orario d’ufficio allo 02.8556430.