«Alcuni proibiscono di fare il presepe per Natale: ritengono che sia una professione di fede imbarazzante per chi la fede non ce l’ha, una specie di rimprovero per chi è disperato. Invece la storia di Gesù non rimprovera nessuno, offre una rivelazione per la speranza, una ragione perché uomini e donne siano autorizzati ad avere stima di sé, chiamati a essere figli e figlie di Dio». Queste le parole di augurio natalizio con cui l’Arcivescovo ha sottolineato il senso dell’attesa e la gioia per la nascita di Gesù, di fronte a tanta gente riunita nel grande spazio centrale di piazza Città di Lombardia.
Circondati dalla struttura innovativa di Palazzo Lombardia, tra presepi, luci, tradizionali simboli e alberi del Natale, sulla grande pista di ghiaccio per il pattinaggio coperta più grande di Milano, accanto a lui erano presenti le autorità: primo tra tutti, naturalmente, il presidente di Regione Lombardia Attilio Fontana, con l’assessore alla Sicurezza e Protezione civile Romano La Russa, Lara Magoni, sottosegretario con delega allo Sport e Giovani, il presidente del Comitato Regionale Lombardia del Coni Marco Riva e alcuni frati francescani.
Molti anche i giovani, tra cui i 60 ragazzi e ragazze delle scuole medie del Collegio Rotondi di Gorla Minore, nel 425° della sua fondazione, che formano uno dei tre cori del Collegio, con il rettore don Andrea Cattaneo e il preside Paolo Mistò. Tutti riuniti per il taglio del nastro e la benedizione del piccolo presepe che accoglie all’ingresso della pista (solo uno tra quelli posti in altre zone della struttura del Palazzo).
Gli interventi
«Voglio dire che è bello essere insieme a vivere certi momenti e sottolineo la solidarietà, perché dobbiamo, mai come adesso, pensare a chi non può partecipare con la gioia nel cuore come noi a questa inaugurazione», ha detto il presidente Fontana evidenziando il valore dell’aggregazione, dell’empatia e della solidarietà, peraltro chiarissima in tante iniziative solidali legate al periodo, come il “Giocattolo sospeso” per donare un sorriso ai bimbi meno fortunati o l’impegno per il sostegno a piccoli malati.
«Alcuni preferiscono non fare il presepe: ritengono che sia una favola per bambini. Forse non sanno che solo gli sguardi semplici sanno riconoscere nella storia la storia vera, l’opera di Dio. Alcuni ogni anno preparano un presepe con così tanto impegno, arte, perizia che finiscono per pensare che il presepe sia opera loro. Scoprono però ben presto che, facendo il presepe, sono fatti loro stessi personaggi della scena: gente che cerca Gesù», ha proseguito l’Arcivescovo augurando, prima della benedizione, che «preparando quest’anno il miglior presepe di sempre, lo sguardo sia fisso su Gesù».