«Testimoniare oggi la bellezza dell’incontro con Cristo e il fascino di una vita donata per sempre per il Regno dei cieli»: con queste parole don Antonio Montanari, direttore del Centro Studi di Spiritualità presenta il volume Vocazione alla vita consacrata oggi. Teologia – spiritualità – pastorale (Glossa, Milano 2019, 160 pagine, 18 euro), in uscita in questi giorni, in occasione della XXIII Giornata mondiale della vita consacrata. Curato da monsignor Paolo Martinelli, il volume riporta gli interventi agli incontri tenutisi lo scorso anno in preparazione al Sinodo dei Vescovi su “Giovani, fede e discernimento vocazionale”, organizzati dai Vicariati per la vita consacrata in collaborazione con la Facoltà teologica dell’Italia settentrionale, insieme a Cism, Usmi e Ciis.
La prima parte del volume si interroga su quale sia l’immaginario, specialmente dei giovani, in riferimento alla vocazione. A tale scopo si interrogano il cinema e la letteratura che presentano figure di consacrazione. Gianfrancesco Iacono, al termine della sua disamina cinematografia, afferma: «I nostri anni, apparentemente segnati dal trionfo pressoché assoluto dell’edonismo consumista, sempre più virtuale, sempre più de-sacralizzato, de-mistificato, sono affamati di spiritualità perché, in un mondo che affonda, sono affamati di senso… Il cinema, nello straordinario e caotico mosaico del proprio porsi nei confronti della realtà è forse la più spontanea espressione di questa fame». Alessandro Zaccuri, nel suo studio sulla letteratura, va a toccare la questione cruciale: «Nel mondo, fuori dal mondo, contro il mondo: sono queste le principali direttrici lungo le quali, negli ultimi vent’anni, sembra svilupparsi la ricerca letteraria sull’esperienza della vita consacrata». Tutto ciò è in fondo assai coerente se pensiamo che, al centro del Vaticano II, è stato posto il rapporto tra Chiesa e mondo. La sintesi più suggestiva appare a commento di Pablo d’Ors, L’oblio di sé, su Charles de Foucauld: «La scoperta che Dio non si limita a stare nella realtà, ma è la realtà stessa: essendo il mondo già consacrato dalla sua presenza, nessuna consacrazione potrà mai più avvenire contro il mondo». Sia cinema, sia letteratura presentano figure diversi di consacrazione, positive e negative; tuttavia si impone in esse l’esigenza ineludibile di un senso per la vita.
Nella seconda parte del volume troviamo una rilettura teologica, spirituale e pastorale di quanto rilevato. Monsignor Martinelli riconosce che «il rischio più grande di fronte al travaglio vocazionale del nostro tempo è quello di ridurre tutto alla ricerca di una “tecnica” che funzioni per “reclutare” nuove vocazioni. In realtà ci si accorge quanto sia decisivo mettere a tema innanzitutto il rapporto tra la persona umana, in particolare il giovane con le sue domande e i suoi desideri, e l’esperienza della fede». Monsignor Claudio Stercal aiuta a pensare la vita consacrata come a un «laboratorio grazie al quale riconoscere, accogliere, coltivare, applicare, approfondire, custodire, condividere e insegnare i carismi che rendono possibile ogni forma di vita cristiana». Chiude il volume Claudia Ciotti, direttore del Centro Diocesano Vocazioni, che ricorda l’importanza della pastorale vocazionale: «Sostenere i giovani affinché comprendano a quale scelta di vita il Signore li chiama, e farlo con la libertà necessaria per non interferire con l’opera dello Spirito, è qualcosa a cui non ci si candida e che non si improvvisa, ma è un servizio necessario nella Chiesa e richiede tanta pazienza».
In definitiva, questo volume rappresenta uno strumento importante per la formazione alla vita come vocazione.